Slow Food ha recentemente pubblicato un articolo in merito al packaging ecosostenibile fornendo alcuni esempi interessanti di come si può imballare il proprio prodotto rispettando anche il pianeta.
Esiste un problema imballaggi?
Il problema degli imballaggi è fortemente sentito in tutta la comunità ambientalista ed è uno dei temi più discussi all’interno dei corsi sulla comunicazione e il marketing.Basti pensare alla campagna “Ridurre si può” di Legambiente: nel periodo natalizio i volontari raccolgono le carte da imballaggio dei regali di natali e insegnano come riciclarli correttamente.
L’esempio più classico dello spreco in ambito di incarti è il confezionamento di una caramella. Per racchiudere una pasticca di un centimetro ci sono spesso due o tre strati di carta o plastica. La funzione è più estetica che pratica, come si può ben notare.
L’importanza della confezione
La confezione e l’etichetta sono un mezzo estremamente potente di comunicazione. Tramite i colori e i materiali scelti in fase di realizzazione del prodotto si esprimono concetti molto diversi: le confezioni di uova in cartone, naturalità, box di profumi dalle forme elaborate, eleganza, contenitori per le verdure richiudibili, risparmio e praticità.
E prodotti riciclabili?
Slow Food si apre alla discussione sul packaging e nell’ambito del Salone del Gusto e di Terra Madre ha organizzato la prima edizione dello “SlowPack Prize”. Il concorso coinvolge gli espositori del Salone e vuole incoraggiare i produttori a prendere in considerazione il problema imballaggi.
Alcuni esempi di packaging green
Alcuni produttori della Campania hanno prodotto una rete riciclabile (compostabile) per confezionare i loro peperoni Papaccella Napoletana. La rete è chiusa a mano, senza l’utilizzo di ulteriori dispositivi o materiali, in questo modo il numero delle parti utilizzate è ridotto al minimo.
Il cumino di Alnif proviene dal sud-est del Marocco, i produttori dello Slow Food Presidium hanno scelto di utilizzare al posto della busta di plastica in cui veniva venduto al mercato, una scatola in carta riciclata a basso costo. Il box è assemblato senza l’uso della colla e l’operazione è svolta dagli stessi produttori e sono sempre loro ad apporre il logo sulla confezione grazie all’uso di un timbro.
Il mio premio andrebbe alla comunità Bukusu (Kenya), e al sale del Fiume Nzoia, venduto all’interno di due foglie di banane prese dagli alberi del villaggio ed essiccati sotto uno strato di cenere durante la notte.
Il premio dello Slow Food andrà alla soluzione più innovativa, con valore di sostenibilità e che rispetta il metodo di lavorazione tradizionale del prodotto.
I vincitori saranno annunciati durante il Salone del Gusto e Terra Madre che si terrà a Torino tra il 25 e il 29 ottobre.
Per maggiori informazioni
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