Ecco perché l’ #EpicFail di McDstrories è stato un successo … a metà.
Chiariamo:
McDonald continuerà a vendere panini, nonostante un caso da social media.
I social media sono un supporto fantastico per le aziende, ma soprattutto per i responsabili marketing, di per testare il sentiment verso un brand o un prodotto. Trovo molto riduttivo etichettare un caso di social media come #EpicFail, semplicemente perché non si analizza nel complesso ciò che accade quando un caso come quello di McDonald’s si espone all’attenzione dei bloggers e del web in generale.
2 semplici domande a chi pensa che i social media possano distruggere o peggiorare la reputazione di un brand:
- Credete che dopo l’#EpicFail McDonald’s ridurrà le vendite dei suoi prodotti?
- Credete che aver appreso il sentiment di persone che non sono clienti di McDonald’s possa ridurre, in termini di brand reputation, il valore del brand?
La risposta, evidentemente è no, in entrambi i casi.
Chi pensa il contrario non ha bene chiaro l’uso strumentale dei social media.
I casi di social media marketing come questo danno ancora maggior valore alle azioni intraprese via social media perché aiutano a diffondere il potere mediatico del brand, perché testano il mercato globale e perché contribuiscono a ridurre l’ipotesi di poter comunicare in maniera non “reale” ciò che i consumatori invece già sanno. Prova ne è la dimensione di 14 Milioni di contatti sulla FanPage di Facebook, e la campagna di comunicazione i mille volti di McDonald’s.
Per rendere più semplice il discorso, chi mangiava da McDonald’s continuerà a farlo, a maggior ragione chi non lo faceva continuerà a non farlo, con la differenza che se non mangi da McDonald’s non esprimi ciò che pensi e chi si occupa di marketing non può quantificare la grandezza di quelli che non mangerebbero mai e perché. Non credo che chi abbia fatto partire l’iniziativa non temesse l’accanimento dei “non fan”.
Cosa significa tutto ciò in breve:
Semplicemente che i social media continueranno ad essere suddivisi su due livelli di comunicazione.
Il primo livello è quello strutturato da conversazioni nate dal basso che permettono una diffusione dell’informazione per clusters di persone connessi tra loro.
Nel secondo livello, invece, la comunicazione aziendale veicola messaggi pubblicitari cercando di intercettare il pubblico interessato. Questo è dimostrato dalla modalità di “attrazione” del brand nei social network, più il brand è conosciuto più è elevato il numero di persone che si connettono. Anche se poi bisogna saper comunicare sul web per trasformare le persone connesse in persone che realmente seguono, ma questo è un altro capitolo.
Di fatto, il brand sui social network veicola una comunicazione di persuasione che facilità i punti di contatto con le persone che già sono legate al brand. Difficilmente i social media aiutano la conquista di nuovi clienti per le grandi imprese, perché considerate entità enormi e con cui è difficile relazionarsi davvero.
Diverso invece è il caso di piccole aziende che possono invece impersonare la comunicazione via social media e facilitare quindi, non solo il rapporto con i clienti già acquisti, ma anche con quelli che potrebbero voler scoprire e conoscere i prodotti.
Il caso di McDonald’s è stato un successo a metà perchè ha ottenuto comunque un’informazione interessate per il marketing, ha reagito prontamente e continuerà a farlo migliorando le performance dalla lezione appresa. Si spera.
Paolo Bolpet
12 anni fa | 28-1-2012
Ed io sono d’accordo a metà :-). Vero che non sposta di molto il gradimento della massa dei consumatori MD; vero anche che ha dato informazioni preziose per il marketing, ma in questo caso io tenderei più a vedere una campagna messa in piedi in modo superficiale, senza ascoltare prima il sentimento online, tarando male gli obiettivi di comunicazione, e facendo una rovinosa “macchine indietro tutta”.
Io francamente mi sarei aspettato qualcosa di più serio da un colosso come MD, ma è anche vero che si tende a valutare in modo errato i nuovi strumenti specie quando sono in mano al marketing…
A meno che non si sia cercato il “purché se ne parli”… in questo caso direi che è stato un successone.