Una vacanza in Toscana non significa solo ammirare opere d’arte e godere di stupendi paesaggi, ma anche poter gustare le tipiche bontà gastronomiche della regione.
A tale proposito devo dire che nel centro storico di Arezzo ho trovato l’imbarazzo della scelta: molti sono i ristorantini, le trattorie e i negozi di gastronomia che fanno salire l’acquolina in bocca spandendo deliziosi profumini per le strade e riempiendo le vetrine di specialità.
Io ho apprezzato in particolar modo due locali in cui ho mangiato.
Il primo è Il Cantuccio, sito in una delle zone principali della città, all’inizio di via Madonna del Prato dal lato di via Roma.
All’interno, il locale è arredato con quella semplice rusticità che sa di accoglienza e familiarità: le pareti realizzate in mattoncino senese a vista, decorate con vari oggetti di rame; le bottiglie di vino esposte; le sedie con lo schienale in legno e il fondino di paglia; le tovaglie disegnate a quadri. Io però essendovi stata in estate ho perso un po’ di quest’atmosfera e ho preferito sedere ad uno dei tavolini esterni.
Il servizio del ristorante è molto cortese e veloce, il personale giovane.
Per iniziare ci portano un piattino d’assaggio con quattro porzioni di polenta fritta, calda e fragrante…
Per l’antipasto, che io ho preferito tralasciare prevedendo la sostanza dei piatti scelti per primo e secondo, il menu dice Antipasto misto toscano: immagino quindi si tratti dell’immancabile tagliere di salumi e formaggi toscani.
Vanto del locale è innanzitutto la pasta, fatta rigorosamente a mano. Io ho gustato un piatto di pici con pomodoro, basilico e scaglie di parmigiano: delizioso nella sua semplicità grazie allo spessore e alla ruvidità della pasta che assorbe il sugo denso e corposo. Ma per qualcosa di più particolare, i pici si possono gustare anche con burro e salvia, tartufo, sugo di cinghiale o di funghi. Oltre alla pasta, tra i primi piatti ve ne sono altri che ricordano la tradizione toscana, come la zuppa di farro. Il menu propone inoltre qualche gradita intrusione della classica cucina emiliana, tra cui le tagliatelle e i cappelletti in brodo.
Ancora più ricca la scelta dei secondi, soprattutto (ovviamente) per quanto riguarda i piatti di carne (trippa in umido, salsicce con fagioli all’uccelletto, stinco di prosciutto arrosto, bollito misto con verdure lesse) mentre per il pesce c’è il baccalà con ceci alla livornese. Durante la mia cena (l’unica in questo ristorante purtroppo, era il mio ultimo giorno ad Arezzo) ho optato per l’arista in porchetta, una bontà da assaporare in religioso silenzio, tra l’alternanza dei bocconi di crosta, saporiti e croccanti, e quelli che si sciolgono lentamente in bocca, nella parte centrale delle tenere fette di carne.
Infine, i dolci: purtroppo quella sera non era disponibile il pigliamisù, particolare rivisitazione del tiramisù. Oltre agli storici cantucci con il vinsanto, vi è la possibilità di concludere con torta di mele, crostate o frutta. Mancando il pigliamisù, per il quale avrei volentieri trovato ancora uno spazietto nello stomaco, ho limitato la scelta alle pesche con lo zucchero a velo.
L’altro locale dove ho mangiato è La Fiaschetteria De’ Redi, anche questo in centro storico, ma in una via minore, Via Francesco Redi, tra Via Madonna del Prato e Corso Italia.
Qui l’arredamento interno è più essenziale e la scelta del menu più ristretta, ma si ha comunque la possibilità di mangiare specialità del luogo più o meno sfiziose in una caratteristica trattoria toscana.
Nello specifico, si possono gustare sostanziosi taglieri di salumi e formaggi oppure piatti di bruschette con vari abbinamenti (io ho provato quelle con noci e pecorino, anche questo un nutriente antipasto!); insalatone miste, dalle più tradizionali con tonno e pomodori a quelle in cui si ritrova il contrasto dolce/salato; piatti di formaggi fusi nel coccio con verdurine e sottaceti.
Oltre a queste pietanze, un menu a parte indica primi e secondi che si possono trovare giornalmente, come ad esempio dei buonissimi gnudi di ricotta e spinaci con pecorino fuso o con un più leggero sugo di pomodoro.
Per quanto riguarda i prezzi, per entrambi sono abbastanza alti, ma per una volta credo ne valga la pena!
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