Quando si parla di spesa alimentare serve innanzitutto definire bene le aree dentro il quale ci stiamo muovendo, se prodotti di prima necessità o delicatessen o prodotti specifici e funzionali ad una determinata dieta (Leggi Come vendere integratori alimentari online) o se si tratta di alimentari generici (Caramelle, gelati, snack etc)
Fatta questa prima grande categorizzazione, serve distinguere se proiettarci in un futuro metropolitano o se rimanere nelle periferie. Perché è evidente che il fenomeno è diametralmente opposto. Se da un lato l’ingrossamento della popolazione dei centri metropolitani richiede sempre meno supermercati fisici, dall’altro lato, nelle zone più periferiche si ha come l’esigenza di un contatto fisico con chi suggerisce la merce da acquistare.
Paradossalmente, quindi, secondo il mio modestissimo parere, un modello di supermercato del futuro (senza casse), ma con personale pronto a suggerire, sarebbe più utile per le attività local e meno nelle città metropolitane, dove le persone preferirebbero ordinare la spesa in maniera ricorsiva ed mobile, mentre rientrano a casa o sono già a casa.
A mio avviso il supermercato del futuro (Leggi anche Come faremo la spesa nel futuro) senza casse come una rivoluzione dei già famigerati Drug-Store aperti 24/24 e 7/7 è solo una finta rivoluzione.
Allo stesso tempo, però, trovo il modello del “senza barriere” alle casse, molto più funzionale per chi la spesa alimentare può e vuole ancora andare a farla fisicamente, ma a prescindere se andrà al supermercato o meno, la vera rivoluzione della spesa alimentare Glocal (lasciatemi passare questo termine improprio) avverrà, a mio avviso, proprio dalle periferie metropolitane, dove le persone pagheranno attraverso sistemi di tracciamento “trasparenti” semplicemente tramite una carta (microchip nel futuro prossimo) dove sarà registrata la propria capacità di spesa in base al proprio fabbisogno alimentare.
Digital transformation per la spesa alimentare
(Leggi anche Digital transformation Food)
Si parla di machine learning, Big Data e del futuro dei consumi. È impensabile che le persone continuino a sprecare cibo, perché si consumano risorse che sono limitate. Anche il supermercato del futuro, quindi, dovrà tenerne conto e se oggi usiamo la scheda per raccogliere punti del supermercato, nel futuro, forse, sarà più utile usare una scheda per calcolare meglio il nostro consumo sostenibile. Che suggerisca i prodotti da acquistare e che permetta anche di controllare la spesa. Senza imporre veti, ovviamente, ma suggerendo costantemente cosa e come comprare.
I luoghi d’acquisto, quindi, che siano supermercati o gastronomie o showroom, avranno il compito di diventare sempre più banche dati e meno espositori di merce. Le persone al loro interno saranno i veri innovatori.
Perché all’interno di questi store alimentari mi immagino consulenti d’acquisto in funzione del proprio regime alimentare, magari nutrizionisti, personal trainer, produttori specializzati in materi prime.
Ecco quindi che la mia visione di futuro dei supermercati è molto più ampia rispetto alla semplice “eliminazione” delle casse e dei cassieri.
Mi piacerebbe un tuo parere sul tema.
Come si stanno comportando le catene di supermercati italiani aspettando il futuro?
Coop sembra essere tra la catene della GDO tra le più interessate a sviluppi futuri del supermercato (Leggi anche Easy Coop e spesa online)
Condivido con voi alcuni video sul tema supermercato del futuro (non solo italiano)
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