Cantine Aperte ha compiuto 20 anni, ogni edizione registra un crescente successo.
Ultimo fine settimana di maggio, oramai possiamo chiamarlo il week end del vino.
Cantine Aperte anche quest’anno è accaduto.
Ogni anno mi domando se abbia un senso. Se fossi un piccolo produttore parteciperei? Aprirei la mia cantina? Ogni volta mi rispondo di sì. Tra le persone che visitano le aziende c’è aria di scampagnata e ciò non contraddice lo spirito dell’iniziativa: in fondo uno dei valori del vino è legato alla convivialità e alla condivisione e Cantine Aperte è la manifestazione che vuole creare un contatto, una giornata di incontro e scambio tra i produttori e i conoscitori.
L’approccio alla degustazione raramente è da sommelier, spesso da semplici curiosi, proprio questo offre l’opportunità di scoprire da un lato e trasmettere dall’altro.
In particolare per le piccole aziende è un modo efficace per raccontarsi. Chi entra in cantina vuole ricevere, vuole arricchire quel sapere che andrà a comporre il suo gusto mentale, nel bicchiere potrà sentire quel sapore composto dal viaggio tra i vigneti, dalle tecniche di vinificazione, ma soprattutto dal sapore della scoperta.
Vedo ora le macchie lasciate dal buon Morro d’Alba sulla maglietta, vorrei acquistare i vini degustati, ma ho il timore che le aziende visitate ieri non abbiano vendita online e dovrò come è accaduto altre volte inseguirli e scovarli tra gli scaffali delle enoteche.
Chissà se riuscirò a trovarli.
Cantine Aperte: è un’occasione effimera? Quel legame appena creato rischia di essere tradito, deluso se poi non avrò occasione di coltivarlo anche a distanza?
Le opportunità offerte dal web 2.0 è proprio la distanza che si fa simultaneità.
Maria Luisa
12 anni fa | 30-5-2012
Grazie del tuo commento. Belle iniziative e un sito che comunica.