A Roma, nel quartiere di San Lorenzo, la fabbrica del cioccolato si chiama Said, Antica Fabbrica del Cioccolato. Ed è una vera istituzione.
Quella di Said è una di quelle belle storie di tradizioni portate avanti con orgoglio di fronte alle varie sfide presentate dal tempo che scorre. Fondata come stabilimento di produzione del cioccolato nel 1923 dal signor Aldo de Mauro, in collaborazione con uno stabilimento svizzero con il marchio Zurich, sotto la dittatura fascista il nome deve essere cambiato in S.A.I.D., Società Anonima Industria Dolciaria.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, lo spaccio viene raso al suolo, e da allora il cioccolato si compra all’interno della stessa fabbrica. Durante il boom economico del dopoguerra il figlio di Aldo, Bruno, ha reso famosa l’attività di famiglia, mantenendola salda anche di fronte agli attacchi della concorrente produzione industriale. E ora la conduzione è stata trasmessa alla terza generazione, i suoi figli Fabrizio e Carla.
Si arriva da Said percorrendo una piccola traversa di Via Tiburtina. Entrando nel locale, si respira immediatamente un’aria particolare, sembra che il tempo si sia fermato agli anni 20 – 30. Lungo gli ambienti divisi da vetrate, sono esposte vecchie macchine per il cioccolato, come una spianatrice per caramelle moux e una bacinella da confetti, mentre alle pareti sono appesi gli stampi per fare il cioccolato; le lampade sono state realizzate su disegno di quelle che erano una volta nella fabbrica.
Mentre si attende per potersi sedere, è possibile ammirare (non solo con gli occhi, perché l’acquolina in bocca è assicurata!) e acquistare le numerose specialità della casa, esposte su mobili e tavoli in legno: tavolette di cioccolato alla menta, alla cannella, allo zenzero e al peperoncino, avvolte in confezioni di carta naturale; dolcetti al liquore e praline di caffè ricoperte di cioccolato che invitano all’assaggio dall’interno di pacchetti di pellicola lucida; dolcetti di arancio e cedro, anche questi, ovviamente, avvolti nella dolcezza; e anche confetti, dai più classici ai più particolari: alla zuppa inglese, alla mandorla, alla fragola, divisi in barattoli di vetro decorati da merletti. Tutto rigorosamente fatto a mano.
Vi si può accomodare tra poltrone e divani in velluto nero; oppure su sedie in legno nel bellissimo giardino d’inverno. Il menu, realizzato anche questo su carta naturale, prevede una cioccolata calda dal gusto pieno e dalla consistenza corposa, al cioccolato fondente, al peperoncino, alla cannella o al rhum; oltre al cioccolato da gustare in tazza, vi è la possibilità di scegliere praline, mignon, l’assortimento della biscotteria o la fantastica fantasia di cioccolato. L’altra volta io ho provato quest’ultima: mignon di cheesecake al cioccolato, crumble kiwi e pera, con carota e limone, praline al rhum e al peperoncino.
Qualche secondo di religioso silenzio dopo ogni assaggio è d’obbligo.
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