Da qualche mese nella blogfera degli appassionati food 2.0 non si parla di altro: “Fornelli in Rete” è uno di quei libri che non possono mancare nello scaffale “reale” della propria libreria.
L’autrice, Francesca Martinengo, ha raccolto una difficile sfida: fotografare il fenomeno dei food blog italiani, raccontando i 50 più significativi in una vera a propria guida dedicata a tutti gli appassionati del settore cucina nell’epoca di internet e dei social media.
Difficile dire quanti blog di cucina esistano oggi in rete. E non diciamo a livello mondiale, solo a livello italiano ne nascono di nuovi ogni giorno ed il fenomeno è di difficile identificazione. C’è chi è specializzato nella cucina di una particolare regione, chi in ricette senza glutine o dedicate a chi ha particolari intolleranze alimentari, chi interpreta in chiave nazionale piatti da tutto il mondo. E poi, chi è specializzato in torte decorate, chi in dolci al cucchiaio, chi in ricette ormai perdute della tradizione italiana.
Insomma, il panorama è davvero ampio e variegato ed è veramente difficile perdersi nel web. Come in tutti i fenomeni che vivono una rapida e incontrollata ascesa, nella “rete” finisce un po’ di tutto: accanto a chi può vantare delle effettive competenze, sia nella lingua scritta che nella capacità grafica e fotografica, oltre che in una buona dose di fantasia e conoscenza culinaria, troviamo una marea di “dilettanti allo sbaraglio” che si improvvisano scrittori in cinque minuti, che usano ricette copiate a giro nella rete, corredandole da fotografie inguardabili, oppure prese in prestito dai numerosi database on-line. Complice la facilità di creare una comunità virtuale comprando contatti anche con budget ridottissimi, riescono poi a spacciarsi per esperti del settore con migliaia di follower al seguito.
Ma il vero food-blogger è tutta un’altra cosa: anzitutto, è un grande appassionato di cibo e cucina, quelli che Eurisko definisce i foodies. Sono persone “normali”, in alcuni casi anche professionisti del settore, come cuochi e pasticceri, ma non necessariamente, che hanno scelto di raccontarsi attraverso i loro diari on-line. Per questo dedicano gran parte del loro tempo libero a provare nuove ricette, scovare ingredienti nascosti e dimenticati, realizzare piatti originali e mai troppo complicati, che fotografano in modo più che amatoriale e che postano sulla loro pagina web per condividerlo con i loro fedeli lettori.
Il libro di Francesca Martinengo, giornalista con una lunga esperienza nel settore food, è istantanea su i 50 food-blogger italiani più significativi. Una guida per non perdersi nella rete ed orientarsi al meglio tra questi diari di bordo che contribuiscono a diffondere nella rete la cultura della nostra cucina, le tradizioni e la storia culinaria italiana e non solo. Tutto il resto, è solo spazzatura che se ne andrà via con la prossima marea, così com’è arrivata.
UPDATE del 26/07, ore 15:00: desidero chiarire che la frase finale del post non si riferisce affatto a tutti quei blog, numerosissimi e in continuo aumento, che non sono recensiti nel libro in questione. Si riferisce altresì al concetto espresso qualche paragrafo sopra ed agli altrettanti numerosi siti che nascono scopiazzando ricette e foto, che si definiscono foodblog ma che con questi non hanno niente a che vedere.
UPDATE 27/07/2012
Comunicato stampa della Casa Editrice Malvarosa:
Gaia
12 anni fa | 25-7-2012
Ho visto il libro e i blog inseriti sono sicuramente validissimi, ma scrivere che “Tutto il resto, è solo spazzatura che se ne andrà via con la prossima marea, così com’è arrivata.” mi sembra un attimino troppo presuntuoso. Alla fine lo scopo di un blog non dovrebbe essere quello di poter condividere quello che ci pare e piace? Chissene frega se millemila blog non vengono letti da nessuno, ma proprio paragonarli alla spazzatura… mi sembra un po’ esagerato.