Istruzioni per non perdersi nella rete dei food-blogger: arriva la guida “Fornelli in Rete”

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Lug 12

Istruzioni per non perdersi nella rete dei food-blogger: arriva la guida “Fornelli in Rete”

Da qualche mese nella blogfera degli appassionati food 2.0 non si parla di altro: “Fornelli in Rete” è uno di quei libri che non possono mancare nello scaffale “reale” della propria libreria.

L’autrice, Francesca Martinengo, ha raccolto una difficile sfida: fotografare il fenomeno dei food blog italiani, raccontando i 50 più significativi in una vera a propria guida dedicata a tutti gli appassionati del settore cucina nell’epoca di internet e dei social media.

FORNELLI-in-RETE

Difficile dire quanti blog di cucina esistano oggi in rete. E non diciamo a livello mondiale, solo a livello italiano ne nascono di nuovi ogni giorno ed il fenomeno è di difficile identificazione. C’è chi è specializzato nella cucina di una particolare regione, chi in ricette senza glutine o dedicate a chi ha particolari intolleranze alimentari, chi interpreta in chiave nazionale piatti da tutto il mondo. E poi, chi è specializzato in torte decorate, chi in dolci al cucchiaio, chi in ricette ormai perdute della tradizione italiana.

Insomma, il panorama è davvero ampio e variegato ed è veramente difficile perdersi nel web. Come in tutti i fenomeni che vivono una rapida e incontrollata ascesa, nella “rete” finisce un po’ di tutto: accanto a chi può vantare delle effettive competenze, sia nella lingua scritta che nella capacità grafica e fotografica, oltre che in una buona dose di fantasia e conoscenza culinaria, troviamo una marea di “dilettanti allo sbaraglio” che si improvvisano scrittori in cinque minuti, che usano ricette copiate a giro nella rete, corredandole da fotografie inguardabili, oppure prese in prestito dai numerosi database on-line. Complice la facilità di creare una comunità virtuale comprando contatti anche con budget ridottissimi, riescono poi a spacciarsi per esperti del settore con migliaia di follower al seguito.

Ma il vero food-blogger è tutta un’altra cosa: anzitutto, è un grande appassionato di cibo e cucina, quelli che Eurisko definisce i foodies. Sono persone “normali”, in alcuni casi anche professionisti del settore, come cuochi e pasticceri, ma non necessariamente, che hanno scelto di raccontarsi attraverso i loro diari on-line. Per questo dedicano gran parte del loro tempo libero a provare nuove ricette, scovare ingredienti nascosti e dimenticati, realizzare piatti originali e mai troppo complicati, che fotografano in modo più che amatoriale e che postano sulla loro pagina web per condividerlo con i loro fedeli lettori.

Il libro di Francesca Martinengo, giornalista con una lunga esperienza nel settore food, è istantanea su i 50 food-blogger italiani più significativi. Una guida per non perdersi nella rete ed orientarsi al meglio tra questi diari di bordo che contribuiscono a diffondere nella rete la cultura della nostra cucina, le tradizioni e la storia culinaria italiana e non solo. Tutto il resto, è solo spazzatura che se ne andrà via con la prossima marea, così com’è arrivata.

UPDATE del 26/07, ore 15:00: desidero chiarire che la frase finale del post non si riferisce affatto a tutti quei blog, numerosissimi e in continuo aumento, che non sono recensiti nel libro in questione. Si riferisce altresì al concetto espresso qualche paragrafo sopra ed agli altrettanti numerosi siti che nascono scopiazzando ricette e foto, che si definiscono foodblog ma che con questi non hanno niente a che vedere.

 

UPDATE 27/07/2012

Comunicato stampa della Casa Editrice Malvarosa:

 

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    70 commenti su “Istruzioni per non perdersi nella rete dei food-blogger: arriva la guida “Fornelli in Rete”

    • Ho visto il libro e i blog inseriti sono sicuramente validissimi, ma scrivere che “Tutto il resto, è solo spazzatura che se ne andrà via con la prossima marea, così com’è arrivata.” mi sembra un attimino troppo presuntuoso. Alla fine lo scopo di un blog non dovrebbe essere quello di poter condividere quello che ci pare e piace? Chissene frega se millemila blog non vengono letti da nessuno, ma proprio paragonarli alla spazzatura… mi sembra un po’ esagerato.

      • Ciao Gaia

        sono Daniele il responsabile del progetto Comunikafood.

        Mi piace molto e condivido la tua idea di blog come sistema per condividere e magari stringere relazioni.

        In questo caso Chiara ha provveduto a chiarire (scusa il gioco di parole 🙂 ) il suo concetto espresso velocemente.

        Spero avremo miglior modo per risentirci e magari fare delle riflessioni interessanti sul tema.

        Intanto mi sono segnato il tuo blog 🙂

    • Salve Chiara, sono una delle foodblogger recensite nel libro, cui ho concesso l’uso di alcune mie ricette insieme a tanti altri. Non so bene però come commentare questa tua frase senza essere altrettanto sgradevole: “Tutto il resto, è solo spazzatura che se ne andrà via con la prossima marea, così com’è arrivata.”
      Beh, direi che non ci siamo: è ovvio che esistono – ed io ne conosco moltissimi – decine di foodblog validissimi che per innumerevoli motivi non hanno aderito a “Fornelli in rete”, e sentirli definire “spazzatura” da chi neanche li conosce è molto fastidioso, è lontanissimo dalla realtà, e fa trasparire una scarsa conoscenza delle problematiche connesse al mondo dei foodblog, oltre ad una gratuita mancanza di rispetto verso le persone interessate. Spero tu voglia rivedere i toni della parte finale di questo articolo, che ricorda i “dilettanti allo sbaraglio” molto più di certi foodblog.

      • Vorrei chiarire meglio cosa intendevo dire con la mia frase conclusiva del post perchè, comprendo dai commenti arrivati, che forse non sono riuscita a spiegare chiaramente il mio pensiero.
        Quella frase non era assolutamente rivolta a tutti quei blog che non sono rientrati nei 50 scelti dall’autrice. Assolutamente no! Ci mancherebbe altro, so benissimo, io per prima, che esisitono tantissimi blog esclusi dal libro che sono fatti con passione, impegno e dedizione. Ciascuno poi lo fa in base al proprio stile ma nessuno, tanto meno io, è in grado di dare un giudizio qualitativo dividendo il “buoni” e “cattivi“.
        Niente di più lontano dal mio pensiero, vi prego di credermi.
        Io mi riferivo invece al concetto che avevo spiegato nel paragrafo precedente, ovvero a tutti quelli che aprono un blog e “si improvvisano scrittori in cinque minuti, che usano ricette copiate a giro nella rete, corredandole da fotografie inguardabili, oppure prese in prestito dai numerosi database on-line. ” Ce ne sono molti ultimamente che scopiazzano in giro, prendono foto senza mettere citazioni, poi vanno su facebook comprano qualche migliaio di fan e si rivendono come esperti. La mia frase intendeva riferirsi solo a loro.
        Ho il più grande rispetto per tutti coloro che passano le loro nottate a scrivere un post ed a trovare la luce giusta per una foto. Per coloro che didicano anima e corpo a questa passione. Indipendentemente se sono rientrati o meno nel libro in oggetto.
        E, Sara B, li conosco molto bene, perchè anche io mi dedico a questa passione perdendo le mie nottate, cercando di barcamenarmi tra un lavoro, un compagno ed un bambino, cercando di non trascurare nessuno e curando sempre con tenacia la mia attività.
        Quindi, trovo altrettanto poco carino che tu mi accusi di “non conoscere le problematiche connesse al mondo dei foodblog”, di aver mancato di rispetto e nel definirmi altrettanto “dilettante allo sbaraglio”.
        Mi dispiace se ho espresso in modo poco chiaro il mio pensiero e, se cosi è, me ne scuso pubblicamente con tutti quelli che possono essersi sentiti offesi. Ripeto, il mio pensiero era ben altro e spero di averlo chiarito bene sopra.

        • Spiacente di esser stata poco carina, ma è evidente (e i commenti di tutti lo dimostrano) che non era assolutamente chiaro a chi ti riferissi, tant’è che parli dei blogger-copioni mooolte righe sopra la frase “incriminata”: ci voleva forse una fantasia che io non ho per collegare i due concetti. Grazie comunque per il chiarimento.

    • se ti serviva utilizzare parole offensive per far vedere in giro questo spazio sconosciuto ai molti (blog spazzatura?) brava, ci sei riuscita.
      anche a gettare un antipatico velo sulle foodblogger che hanno partecipato al libro. oltre a diffamarne molte altre.

      forse dovresti imparare a leggere e documentarti prima di scrivere e dare uno sguardo ai fatti prima di ritrovarti con una denuncia per diffamazione.

      ma d’altronde chiara brandi: chi sei?

    • dove devo cestinare i miei post? umido, carta o plastica?

      • No ma va … 😀

        Ciao Cristina chiedo scusa come responsabile della piattaforma se ti sei sentita offesa.

        Ho sentito Chiara e mi ha spiegato di come sia stato frainteso il suo pensiero.

        Invito tutti voi a poter scirvere un vostro articolo su Comunikafood per argomentare le vostre motiviazioni sull’accaduto e dare delle linee guida nel settore foodblog.

        Aspetto un tuo feedback.

        Grazie 🙂

    • Buongiorno Chiara, anche io sono tra le bloggers presenti sul libro fornelli in rete, un libro che racchiude “alcuni” blog di cucina. Di foodblog in Italia ce ne sono a migliaia, lo so. Ma sono certa che ogni autore mette nel suo sudore, passione e soprattutto lavoro gratuito. Definirli spazzatura è quanto di più becero poteste fare in questo articolo. Una mossa bassa e per niente elegante, una vera e propria “caduta di stile”.

      • Valentina, ho appena chiarito quale fosse il mio vero pensiero.

        • Carissima, puoi sempre fare una correzione, visto che il concetto non l’hai formulato proprio benino.

          • Ciao Fabrizio,

            sono Daniele Vinci il responsabile del progetto Comunikafood.

            Ho suggerito la stessa cosa, credo che stia per arrivare un UPDATE.

            🙂

            Tuttavia non credo volesse offendere nessuno in particolare, si è solo espressa in maniera troppo riduttiva 😉

    • Se la frase di chiusura dell’articolo voleva essere lo specchietto per le allodole per far indignare tutti e quindi far girare il post e di conseguenza creare traffico sul vostro “comunikafood”…allora COMPLIMENTI, ci siete riusciti. Se invece lo avete scritto con coscienza e consapevolezza, be’, permettetemi di dire che il cattivo gusto la fa da padrone su queste pagine.

      Detto ciò, nel libro ci sono SOLO 50 tra gli innumerevoli food blog presenti sul web, meritevoli di nota e di visibilità, una piccola percentuale che vuole far avvicinare gli amanti della “carta” al web, far comprendere a grosse linee il fenomeno.

      Il nostro blog è tra i 50 presenti nel libro, ma da questa PESSIMA recensione mi sento comunque personalmente offesa, perché il food blogging è innanzitutto un fenomeno di condivisione, con innumerevoli sfaccettature ed aspetti, non è una gara “a chi ha il blog più conosciuto e patinato”.

      Cordialmente, Francesca.

      • Ciao Francesca,

        Sono Daniele Vinci responsabile di questo sito che da voce a più persone, tra cui anche a Chiara Brandi che è autrice di questo post.

        Comunikafood NON è un foodblog ma un sito che parla di webmarketing legato al cibo.

        Chiedo scusa in prima persona sull’accaduto, non credo però che Chiara volesse offendere nessuno in particolare mentre nei commenti arrivati si evince il dente avvelenato e forse un po’ impulsivo nel digitare alcune accuse.

        Da responsabile del progetto posso assicurarti che non è nei nostri obiettivi attirare traffico in maniera poco corretta, anzi, diamo spazio a chi vuol parlare di cibo e web marketing senza avere pregiudizi e lasciando libertà nei contenuti. E vorrei dare spazio a chiunque di voi si sia sentita offesa per dare una propria visione personale dell’accaduto.

        Sono a disposizone per dare voce a tutti voi attraverso questa piattaforma.

        Conoscevo il tuo sito e mi dispiace che una frase scritta forse troppo velocemente abbia favorito il clima di tensione.

        Torno a chiedere scusa in quando responsabile della piattaforma, ma invito tutti a evitare di accanirsi per una frase che potrebbe essere riletta e rivista ragionando con l’autrice sul suo reale significato.

        Spero di poter avere occasione migliore per scambiare idee e riflessioni sul settore.

        • Le rettifiche e spiegazioni sono sempre segno di professionalità e non sono mai scontate, grazie per averci dato spazio; resta il fatto che la frase fraintesa proprio da tutti era infelice.

          Personalmente ho sentito l’impulso di scrivere immediatamente perché, ahimè, troppo spesso in rete ci si ritrova “oggetto inconsapevole” di frasi e attacchi indiretti che diventano strumento per alimentare polemiche sterili ed inutili (come accaduto anche in questo caso) da gente che su questi episodi ci marcia e gongola. Perdonate, piuttosto, l’illazione precedente, ma sta diventando davvero una sorta di “gioco al massacro” e chi in un food blog riversa passione e tempo prezioso ne esce sempre sfiancato.

          Ci rileggeremo sicuramente in altre occasioni 🙂
          Buon Pomeriggio
          Francesca

    • “Difficile dire quanti blog di cucina esistano oggi in rete” (1500? di più? boh) – e allora si può pubblicare un libro “raccontando I 50 PIU’ SIGNIFICATIVI in una vera a propria guida dedicata a tutti gli appassionati del settore”?
      Se va bene, sono il 51° blog più significativo – se va male, il 1496°. In effetti, non cucino molto – magari non rientro nella classifica, e potrei pubblicare un libro su di me: “BlogVs – Il blog di food non cucinato più significativo”. Ma se i food blog sono solo quelli cucinati (ma lo sono? e perché?), va bene.
      E allora? Allora la frase è infelice (suggerimenti: “I 50 BLOG PIù SIGNIFICATIVI SECONDO ME”, “i 50 blog più cliccati”, “i 50 blog che iniziano per B”, “I 50 blog che vengon fuori lanciando la monetina”…). Punto. Infelice che compaia anche sul sito della casa editrice, che si gioca l’acquisto da parte dei 1450 blog meno, per nulla, per niente significativi. Capisco possa “vendere” di più il libro dei blog più significativi, che quello dei blog più scrausi. Infelice anche il fatto che compaia su un sito che si chiama Comunikafood – non sembra un grande modello di comunicazione.
      “Tutto il resto, è solo spazzatura che se ne andrà via con la prossima marea, così com’è arrivata.” No, mi spiace. In quella posizione, non si riferisce al testo di due paragrafi prima, ma alle righe precedenti.

      • Ciao Emanuele,

        sono Daniele Responsabile del progetto Comunikafood.

        Hai ragione in quello che dici e nella superficilità con cui l’ultima frase chiude il discorso.

        In quanto responsabile del progetto chiedo scusa se qualcuno si sia potuto offendere.

        Non credo che da questo articolo si possa poi gettare fango su tutto il progetto Comunikafood, mi sembra un po’ provocatorio. 🙂

        Credo fortemente nel dialogo e nella possibilità di dare la possibilità di spiegazioni a chi per adesso è sotto accusa per aver scitto una frase sbagliata.

        Diamole tempo di rispondere.

        Rimango comunque a disposizoone per qualsiasi altro chiarimento.

        P.s.

        L’autrice del libro e l’editore non c’entrano niente con ciò che ha espresso liberamente e personalmente Chiara.

        • Caro Daniele,
          lungi da me l’idea di gettare fango: il mio è un invito a un po’ più di attenzione, mi sembra strano, poco opportuno, chiamalo come vuoi, esprimersi (qui) in modo così impreciso – è come se io, parlando di un ristorante sul mio blog, dicessi che X è il più buono, e tutti gli altri fanno venire la diarrea (riferendo “tutti gli altri” a un mio pensiero precedente sui cibi conservati male d’estate), o che chi fa il pesto senza aglio sia un idiota perché mio cognato è un idiota e non gli piace l’aglio…
          Nel mio commento, ho espresso la mia opinione su quello che avevo letto, e sulla precisazione successiva. Nessuna accusa – nessuna acrimonia. Apprezzo il fatto che Chiara si sia spiegata ulteriormente, e soprattutto che tu stia rispondendo a tutti i “critici”.

          • Grazie Emanuele,

            spero avremo modo di risentirci con più calma 😉

            È mio dovere dover intervenire e metterci la faccia su un progetto che stiamo costruendo senza chiedere niente a nessuno e lavorando anche la notte.

            E se , come credo, lavori sul web sai a cosa mi riferisco, come lo sanno tutti quelli che giustamente si sono un attimino risentiti 🙂

            Spero davvero che Chiara abbia chiarito meglio a tutti voi il suo pensiero e rimango comunque a disposizone per ogni altro chiarimento o disponibilità a replicare con lo stessa visibilità e modalità.

            Grazie ancora.

    • Non sono tra i 50 blogger significativi, e se prima la cosa non mi toglieva il sonno, dopo questa esternazione quanto meno inopportuna mi rende addirittura felice. Mi spiace solo che i ‘significativi’ che conosco e stimo siano così mal rappresentati da chi li ha selezionati.

    • Chiara, inizialmente leggendo la recensione di questo libro che ho comprato e di cui conosco alcune blogger che hanno partecipato al progetto, ho avuto la stessa reazione infastidita che hanno avuto gli/le altri/altre blogger qui sopra. Secondo me in questo tipo di cose ci vuole un po’ più di diplomazia seppure è apprezzabile che tu abbia espresso la tua opinione fuori dai denti. Ho letto anche il tuo commento in cui spieghi che non intendevi riferirti ai blogger che non appaiono nella lista dei 50 del libro e mi fido della tua onestà, anche se essendo tu una del mestiere penso che quantomeno dovessi prevedere che quella frase in quella posizione non poteva che essere interpretata male, come dice anche Emanuele qui sopra. Ma a parte i toni un po’ troppo veementi con cui ti sei espressa, quello che secondo me è la pecca principale dell’articolo è l’ingenuità di aver pensato di poter individuare i 50 blog più significativi della rete tra le migliaia di blog che esistono. Personalmente ogni giorno scopro nuovi blog che non conoscevo, fatti veramente bene sotto tutti i punti di vista…Quali siano poi i criteri con cui si stabilisce se un blog è significativo o meno sarebbe il caso di specificarlo. Conosco almeno due blogger che hanno un enorme seguito e hanno dei blog molto ben fatti che non compaiono nella lista e non mi riferisco certo al mio. Ecco qua, questa è la mia opinione. Martina

    • Poco chiaro, il post lo é…non vi sono dubbi, e con tutta la fantasia possibile ed il romanticismo del caso, difficilmente riesco a collegare la frase incriminata ad un concetto precedente.
      Ma non potete porre rimedio e collocare al giusto rigo i concetti? Continuare a mantenere questo equivoco mi pare controproducente per chi ha scritto l’articolo e per il sito stesso (che si occupa di comunicazione, no?)
      cordialmente

      • Ciao Alessandra,

        sono il Responsabile del progetto Comunikafood, stiamo provvedendo 🙂

        Io sto provando a rispondere a tutti voi come responabile della piattaforma e ho chiesto a Chiara di fare un Update finale cercando di chiarire meglio la frase 🙂

    • Aggiungo ai vari commenti solo una mia conclusione che spero contribuisca a chiarire le mie reali intenzioni:
      – ho fatto un update al post perchè è giusto chiarire un concetto che è stato ritenuto da molti poco chiaro; evidentemente non lo era e deve essere chiarito. Non ho voluto volutamente correggere il testo perchè non ritengo corretto cancellare un errore: se c’è stato, si ammette e si va avanti, punto.
      – nel mio post sono chiaramente riportate delle mie idee, per le quali sono la sola responsabile: scrivo a mia firma l’autrice del libro non può essere responsabile per le mie idee. Quindi, se ve la dovete prendere, cercate me: sono su FB, twitter, linkedin.
      – nel mio post ho aggiunto, come è normale, una mia interpretazione del mondo dei foodblog: può essere giusta o sbagliata, ma è la mia idea. Il libro è stato edito da Malvarosa Edizioni e l’idea di individuare 50 foodblog in una rete immensa ed in continuo fermento, non è nè mia nè di Comunikafood.

      Detto questo, cerco sempre di far bagaglio di qualsiasi esperienza bella o brutta che sia e vs commenti, sebbene con alcuni toni un pò troppo forti, saranno uno spunto per cercare di migliorare sempre.

      • Allora forse si dovrebbe dire che ci sono i cinquanta food blogger piu’ significativi che hanno accettato di oartecioare gratis a un libro di cuina in qs libro. Forse meglio evitare di parlare in modo cosi’ perentorio se si ignorano le dinamiche. Cmq ottima mossa di marketing x la piattoforma, nn fosse per le rettifiche raffazzonate…

        • Ciao Clizia, credimi, questo non è marketing 🙂

          È Gestione della crisi di marketing … 😉

          Il titolo dell’articolo ha dato fastidio di conseguenza ad una frase spiacevole, poi chiarita da Chiara.

          Sul web è pieno di classifiche e di giudizi personali, per questo mi sembra un po’ esagerato questo colpevolizzare e dissentire o sentirsi offesi.

          Capisco il dissenso sull’ultima frase che amplifica il tutto, ma davvero non trovo reale questo risentimento verso un’ipotetica classifica.

    • Devo dire che ho dovuto aspettare 10 minuti prima di poter replicare in maniera non volgare a questo articolo, perchè giuro che l’unica parola che trovavo degna era una sola e non era tanto graziosa.
      Io non faccio parte di quei 50 foodblog ma non riesco a non prenderla sul personale quando penso al lavoro che realizzo (così come fanno tantissimi altri non nominati) per ogni singolo post, dalla ricerca di una ricetta originale, di una a prova di “kitchen for dummies” o di quella trovata su un libro talmente buona merita di dover essere condivisa col mondo. Vogliamo parlare degli investimenti? Macchina fotografica, obiettivi, attrezzature da set, tovagliati…che ne è di tutto questo? Ah sì, è tutto lì dentro, in quell’armadietto sotto al lavandino, con quel buffo cestino che tanto profumato non è per via di quel sacchetto nero.
      So che ti sei scusata per quello che hai scritto e forse è davvero tutta un’incomprensione. Ma una cosa proprio non riesco a mandare giù: che qui si rivolti la frittata dicendo che siamo NOI ad avere il dente avvelenato. Credete forse che il nostro passatempo sia passare in rassegna il web alla ricerca del minimo segno di offesa? No, grazie.
      Vedete di aggiustare il tiro in redazione anche perchè qui vedo cenni di (per citare parole vostre) “una marea di “dilettanti allo sbaraglio” che si improvvisano scrittori in cinque minuti”.
      Vogliamo fare una piccola analisi?
      ” Il libro [….] è istantanea su i 50 food-blogger italiani più significativi. [Una guida per non perdersi nella rete ed orientarsi al meglio tra questi diari di bordo che contribuiscono a diffondere nella rete la cultura della nostra cucina, le tradizioni e la storia culinaria italiana e non solo.] Tutto il resto, è solo spazzatura che se ne andrà via con la prossima marea, così com’è arrivata.”
      Come la mettiamo? Vi sembra così difficile fraintendere?

      • Ciao Alice,

        sono Daniele Il responsabile di COmunikafood,

        capisco che il post possa averti dato fastidio, ma ti assicuro, parlando con Chiara dell’accaduto, che non era sua intenzione offendere nessuno.

        Quaesta piattaforma nasce per dare voce ai blogger che parlano di cibo e webmarketing, NON è un foodblog dove trattimao di ricette o parliamo di foodblogger. Noi offriamo le nostre competenze in webmarketing come appasionati del settore enogastronomico e diamo spazio ad altri blogger per scrivere e esprimersi. Questo è il nostro obiettivo.

        Quest’articolo nasce da una passione di Chiara verso la cucina e le ricette. Proprio per questo motivo credo che non sia suo interesse offendere nessuno dei suoi colleghi di scrittura.

        È scivolata un frase che ha compromesso tutto il resto, avete ragione e chiedo scusa in prima persona come responsabile della piattaforma.

        Offro ad ognuno di voi lo stesso spazio per replicare tramite articolo e mi offro disponibile ad ospitare le vostre voci che parlano di ricette creando una sezione dedicata.

        Chiedo solo maggiore comprensione e di evitare accanimento su un articolo per poi gettare fango su tutto il resto. Non lo trovo corretto.

        Ognuno di noi investe tempo e denaro nel portare avanti progetti e obiettivi.

        Chiariamoci tutti, cerchiamo di trarre esperienza positiva da quello che eè successo e trovimao il modo di sinergizzare.

        Spero avremo altra occasione per riflettere sulla questione, magari facendo un approfondimento dedicato che dia anche delle indiciazioni sulla community di foodblog.

        • Mi spiace di essere stata dura nell’esprimermi ma l’ho trovata un’uscita davvero infelice.
          Chi scrive su internet non lo fa per sè stesso (che sia per blog o per alimentare una community) perchè anche se solo scrivi “a” devi sapere che quella semplice lettera diventa di dominio pubblico, figuriamoci un testo intero!
          chiedo (anzi, oso dire chiediamo) un po’ di consapevolezza di quello che si scrive.

          • Pienamente d’accordo sul concetto di avere più attenzione su ciò che si scrive online.

            Per questo è mia premura metterci la faccia sulla vicenda in quanto responsabile della piattaforma.

            Le intenzioni di questo progetto sono altre e vorrei che questa “simpatica” vicenda possa essere riletta in chiave di esperienza.

            Grazie ancora per la comprensione.

    • Ammetto, con gran candore, di non comprendere bene bene dove, o quale, sia il problema.
      Dato per assunto che la signora Brandi – della quale, non fosse stato per questo pezzo, avrei sino oggi continuato ad ignorare l’esistenza, dato di fatto- non abbia le competenze (i pareri personali, restano tali e quindi classificabili come altro) per stabilire quali siano, ad oggi, i foodblogger più autorevoli nel panorama italiano, rimane certezza la suddetta signora non abbia altresì le competenze per stabilire quali invece possano esere tacciati di mondezza.
      Così non fosse, rettificherei istantaneaente quanto sopra pregando, tuttavia, la signora Brandi di confutare la tesi con argomentazioni valide e soddisfacenti.
      Personalmente non mi definirei una foodblogger: curo, semmai, fra le altre cose un foodblog.
      E resta io sia molte cose, fra le quali magari anche una foodblogger, ma è difficile un unico parere possa scalfire o fomentare la stima che ho di me stessa e di quel che faccio.
      Nella conta dei buoni e dei cattivi, la signora Brandi risulta- per quel che mi riguarda- sempliemente non pervenuta.
      La signora ha acquistato un libro che io, dopo aver sfogliato velocemente, ho invece lasciato sullo scaffale a far compagnia allo stesso volumetto con cui faceva unico paio.

    • A dirla tutta, personalmente io non mi sento colpita dalle affermazioni di Chiara Brandi, insomma ognuno ha il parere che meglio crede sul mondo della rete: lanciare il proprio contributo al web implica anche che ci siano persone che disprezzino o che non condividano affatto la tua passione ed il tuo modus operandi. Pazienza, voglio dire non è mai morto nessuno.
      Se tutte le volte, per un’affermazione poco carina che, in un modo o nell’altro, potrebbe riguardare anche me, dovessi sentirmi colpita nel centro… beh passerei le giornate a ricriminare le altrui opinioni senza sosta.
      Invece penso che sì, tanti saranno spazzati via, tanti resteranno, alcuni diverranno dei guru… io me frego, perdonate la licenza poetica, e seguo il mio piccolo blog divertendomi un sacco, tanto basta 😀

      • Ciao,

        sono Daniele il responsabile della piattaforma Comunikafood.

        Spero avrete modo di chiarire con Chiara sull’accaduto.

        Io sono disponibile ad ospitare e far connettere a noi i foodblogger nella nostra pagina Facebook e qui sul blog dando spazio ai proprio articoli e ricette.

    • La redazione di Malvarosa si dissocia da quanto pubblicato in questo post. Il comunicato stampa ufficiale che è stato inviato alle redazioni dei giornali e ai blog presenti nel nostro indirizzario è reperibile al seguente link:

      http://www.malvarosaedizioni.it/schedaNews.aspx?id=21&pag=1&tipo=news

      • Gentile REdazione,

        sono il responasabile del progetto Comunikafood. Sono disponibile a pubblicare il vostro comunicato stampa dando la stessa visibilità dell’articolo contestato.

        Chiedo scusa come responabile del progetto e provvedo a segnalare il link dentro l’articolo contestato.

        Aspetto vostro permesso nel procedere.

        Grazie

      • Nel ringraziarvi della precisazione, credo che sia però altrettanto onesto far notare che la frase che definisce il libro “un guida, da nord a sud, degli oltre 50 foodblog italiani tra i più significativi” è stata da me ripresa proprio dal comunicato che ho ricevuto e visibile nella scheda del libro online:
        http://www.malvarosaedizioni.it/schedaLibro.aspx?idLibro=16

        Le altre idee, espressioni e opinioni nell’articolo sono, come anche prima ho ribadito, solo mie e non ne siete certamente responsabili nè voi nè l’autrice.

    • ehm…lasciamo stare va…

      p.s. ci sono errori di battitura, correggete almeno quelli…

      • Grazie Pina per la segnalazione.

        Chiedo scusa come responabile della piattaforma.

        Comunikafood è un progetto che oltre al webmarketing offre anche uno spazio a chiunque voglia esprimersi sui temi del cibo e del web.

        Questo perchè crediamo molto nella possibilità di dare voce ai molteplici punti di vista in rete.

        Se volete esprimere una vostra riflessione sull’accaduto sono disponibile ad offrire lo spazio anche a voi.

        Grazie

    • …ma prima di scrivere il post Chiara non poteva collegare il dito che digita sulla tastiera al cervello??? Non ci vuole una laurea in psicologia per capire che certe parole possono essere fastidiose! Mi affido alla marea che mi porterà via quando Chiara deciderà…

    • Io ho già espresso la mia opinione in merito all’articolo qualche commento sopra, però vorrei di nuovo intervenire per dire, che, nonostante anche io abbia trovato un po’ di cattivo gusto la frase di chiusura della recensione, trovo altrettanto eccessivi certi commenti piuttosto duri e offensivi rivolti all’autrice dell’articolo. Capisco, esprimere il proprio punto di vista e la propria contrarietà di fronte a certe affermazioni, ma trovo davvero stupido ed estremamente narcisista sentirsi toccati nel vivo perchè non presenti nella lista dei 50. In fondo la frase aveva carattere generale e prenderla sul personale mi pare un po’ egocentrico. Inoltre trovo anche che ormai continuare a infilare il dito nella piaga, ribadendo quanto meschino e di cattivo gusto sia stato insinuare che “tutto il resto è noia…” – per dirla con Califano -, quando l’autrice ha comunque spiegato che non intendeva offendere, sia quel classico vizietto all’italiana di farsi forza sentendosi spalleggiati dagli altri e alla fine prenda una piega piuttosto ridicola ed eccessiva.

    • per Daniele
      pubblicato ora su FB

      per tutti quelli che oggi hanno commentato, partecipato e risposto all’incavolatura generale, è finita così, con un update dell’autrice del post:

      UPDATE del 26/07, ore 15:00: desidero chiarire che la frase finale del post non si riferisce affatto a tutti quei blog, numerosissimi e in continuo aumento, che non sono recensiti nel libro in questione. Si riferisce altresì al concetto espresso qualche paragrafo sopra ed agli altrettanti numerosi siti che nascono scopiazzando ricette e foto, che si definiscono foodblog ma che con questi non hanno niente a che vedere.

      e con mille e più scuse di Daniele Vinci, responsabile di progetto del sito.
      Ma non solo, l’autrice mi ha inviato una mail di scuse che è praticamente quello che ha scritto in rete, Malvarosa si dissocia, Carlo Vischi e Francesca Martinengo pure.

      Dopo questa giornata mi pare di essere io la perfida che ha scatenato il putiferio. E se così fosse, mi dico anche “per fortuna”, perchè mi pare che la tendenza sia di pensare che i blogger sian tutti un filino rintronati…. io invece penso di no, che lìintelligenza di capire le prese in giro ci sia ancora.

      A bientôt!

      • Il web è anche e soprattutto questo … 😉

        L’importante è poi trovare un punto di connessione, spero davvero che si sia chiarito in generale la non intenzionalità da parte di Chiara e la mia estrema fiducia nella libertà di espressione senza alcun doppio fine speculativo.

        Invito tutti coloro che si sono sentiti offesi a cogliere questa occasione di “contatto” per essere parte di questa piattaforma come connessione e amplificazione delle loro voci sul web.

        Credo fermamente nel valore del network e dello scambio di competenze come contesto di sviluppo delle innovazioni.

        Il web troppo spesso assume dimensioni molto simili a sistemi già conosciuti, mentre potrebbe ottenere molto di più dalla sinergia di progetti, idee e soprattutto persone.

        Non creiamo mondi chiusi ma network che si uniscono ad altri network. Operiamo in maniera convergente e sviluppamo sistemi di valore.

        • no guarda, ti ringrazio, ma dubito fortemente che qualcuno dei food blogger, dopo questa uscita decisamente spiacevole, possa unirsi alla piattaforma. sicuramente però oggi vi abbiamo alzato l’audience. purtroppo per il motivo sbagliato.
          grazie.
          b

          • Capisco, non è l’audience che stabilisce il valore delle cose. In questo momento mi interessava solo che Chiara potesse esprimere meglio il suo punto di vista.

            Grazie lo stesso, accetto il tuo dissenso.

    • Un’amica mi ha girato questo link ma, letta la presentazione, ho deciso di non continuare la navigazione: il retrogusto che le ultime righe ti lasciano in bocca, ti fa passare l’appetito. Suggerisco di introdurre meglio la pagina. Buona Fortuna

    • Arrivo tardi. Alcune osservazioni: innanzitutto non capisco il “fotografare il mondo” dei blog che per definizione è un mondo in continuo divenire. Secondo i blog sono nati come diario personale: chi lo scrive si racconta, non obbliga nessuno a leggerlo, nè a commentarlo, nè ad acquistarlo. Ci si mette in gioco e ci si mette la faccia. I primi 50? ma dai! Un articolo così non se lo meritano nemmeno le prime 50.
      Per quanto riguarda invece la recensione del libro, beh…buttata lì. Siamo anche ben lontani dalla solitudine dei numeri primi. Nel continuo equilibrismo dell’autrice, sarebbe forse il caso di fermarsi e capire che le parole hanno un peso. Poi si può spiegare, chiarire, limare, ma … le jeux son fait! E poi c’è il responsabile della piattaforma. Errare è umano, ma in due è diabolico. Chiedere scusa a tutti? Mi spiace, ma rende il tutto un po’ patetico. Nessuna di noi si scusa mai così, le over 50 (di classifica intendo) sano leggere e rileggere prima di pubblicare.

    • Scusa Daniele Vinci, ma adesso vi prego di non fare a “volemmose bene”, network e quant’altro il dizionario ti suggerisce. Ognuno fa le proprie scelte e se assume le conseguenze. E’ il mondo dei grandi.

      • Grazie,

        capisco il tuo punto di vista, lo accetto ma non lo condivido.

        Nessun “volemose bene”, ho messo la faccia in prima persona, ho dato le mie scuse in prima persona. Io non modero le espressioni degli altri. Questo sito non censura chi scrive, è aperto a tutti i blogger che vogliono scrivere di cibo e web. In questo caso c’è stato un errore umano da parte di una blogger che ho ospitato a scrivere e le mie scuse sono un dovere verso tutti quelli che singolarmente si sono sentiti offesi, lo faccio come responsabile del sito e come persona che capisce il fastidio generato.

        Non si vuole essere patetici o negare l’evidenza, mi sembra sia stato ribadito più volte quello che è successo. Non è questo il tipo di pubblicità che volevamo, è successo e io in prima persona me ne assumo le responsabilità.

        Sono disponibile a chiarire fino all’infinito e accettare le vostre giuste opposizioni.

        Questo è il mio ruolo in questo momento. Chiedere scusa è un atto di dovere quando qualcuno dentro questa piattaforma sbaglia.

    • Ringrazio Daniele per le scuse e Chiara per l’update.
      Sentirsi chiamati spazzatura non è stupento, tanto più quando fino a quel momento hai ricevuto tante soddisfazioni ed elogi grazie proprio a quel blog.
      Per un atimo ho pensato che tutto il mio impegno fosse da buttare solo perchè non ero stata stampata sulle pagine del libro in questione…
      Spero non basti mai un solo libro, una sola recensione, un solo parere per definire chi è degno di essere un foodblog e chi no, perchè ognuno di noi lo è a modo suo. ^_^

      • Ciao Benedetta,

        sul web è pieno di blog e foodblog, non credo neanche io che un libro possa censire i migliori, è sempre e solo un punto di vista. Lo stesso vale per Chiara, ha espresso un suo punto di vista. Il titolo dell’articolo è semplicemente un titolo.

        Grazie per aver espresso la tua opinione.

    • vi scrivo per sapere come funziona la raccolta differenziata per i blog!? il mio lo metto nel secco o nell’umido!!!!! senza parole!

      • Ciao Debora, maddai su .. non scherzare 😀

        Ogni blog ha il suo valore, non attacchiamoci alle parole.

        Chiara ha spiegato il suo risentimento per l’accaduto e sul fatto che si è espressa male.

        Tra l’altro il tuo blog lo trovo ben fatto, perchè dovresti buttarlo? 😉

    • “Tutto il resto, è solo spazzatura che se ne andrà via con la prossima marea, così com’è arrivata.”
      Alla fine, di tutto il libro, dell’autrice e delle foodblogger le cui ricette compaiono nel libro stesso, tutto proprio tutto quanto, viene cancellato da quella frase.
      Pessima scelta dei vocaboli, pessima pubblicità.

      • P.S. Non credo, tra l’altro all’update: la frase summenzionata è il corollario del titolo di questo post: “Istruzioni per non perdersi nella rete dei food-blogger”, dato che… “Tutto il resto, è solo spazzatura”

    • Perdonatemi, ma definire che “tutto il resto è spazzatura” mi sembra troppo!!
      Per carità, il mio blog non è il massimo….ma non mi sento di definirlo spazzatura! Ci metto tanta cura, tanto impegno…..passione!!
      La nota che e’ stata scritta in calce dice che spazzatura è riferito a quei blog “parassiti” che pubblicano ricette e foto di altri…….secondo me non è molto chiara questa cosa. Io ho capito che tutti quelli dopo il 50° posto debbano buttare via tutto!! Come me tanti altri….credo che quest’articolo non sia stato scritto proprio bene bene.

    • Questa frase è davvero cattiva :Tutto il resto, è solo spazzatura che se ne andrà via con la prossima marea, così com’è arrivata.
      Credo che l’autore del libro dovrebbe avere più umiltà perchè nessuno è in grado di conoscere tutti i food blogger italiani per dire che a parte quei 50 il resto va cestinato…
      meditare prima di scrivere!!

    • Io darei un’altro titolo a questo libro: ” I primi 50 siti che mi hanno regalato le loro ricette/foto per fare 4 soldi vendendo un libro”
      Poi non voglio commentare l’ultima frase, ne parlano già troppo male su Fb.

    • Eccola, sono anche io una foodblogger, appassionata che scrive cucina e fotografa di suo pugno. Non sto nei 50, ma continuo comunque serenamente la mia passione, perchè di quello si tratta per me.
      Per la polemica è ovvio che ci sia, c’è ogni qual volta si stila una classifica. La question è proprio quella, questa è UNA classifica non LA classifica. L’articolo fa la differenza, è il pensiero dell’autrice e di quanti hanno collaborato al libro. L’omniscenza, l’imparzialità assoluta, l’oggettività non sono di questo mondo, e per fortuna direi.

      • Oh! Meno male che c’è qulacuno che scrive un commento saggio e pacato e che non si unisce al fuoco incrociato di critiche impietose all’autrice…Ha sbagliato, d’accordo. Si è espressa in maniera ingenuamente troppo categorica e l’ho anche scritto in un commento, ma saltarle al collo gridando allo scandalo e sputtanandola a destra e a manca su fb, insinuando che non è nessuno perchè non la si consoce, mi pare davvero eccessivo!

        • Ciao Martina,

          nonostante il mio reale dispiacere per una frase troppo superficiale che ha potuto offendere o ha fatto intendere cose non corrette, trovo davvero assurdo ed irreale questo corporativismo contro una ragazzza e vostra collega.

          Ha sbagliato, ha chiesto scusa, ha provato a spiegarsi … ha comunque espresso rammarico per l’accaduto.
          Continuare a parlare male di lei in altri posti è davvero assurdo e credo che ci sia la forzatura da parte di qualcuno che vuole speculare sulla vicenda a suo favore. È l’unica motivazione valida che può giustificare questo comportamento. Altrimenti ho difficoltà a comprendere.

          Inoltre, trovo molto singolare che i foodblogger se la siano presa anche per una selezione dei 50 NON fatta da Chiara!

          La frase incriminata è davero poco felice, ma rileggendo bene e volendo trovare un nesso logico con tutto il resto si potrebbe arrivare a capire che la sua critica è rivolta a persone che usano i foodblog nel modo più speculativo e scorretto possibile, copiando, rubando testi ed immagini e spacciandosi per veri.

          Io non sono un foodblogger e siceramente Comunikafood è nato con l’idea di non trattare mai ricette su questa piattaforma anche se sono un buongustaio 😉

          Chiara mi ha ha proposto di parlarne in un suo articolo ed ho trovato carina la sua idea. Io non modero gli articoli di chi scrive, non li correggo, e non do indicazioni su cosa scrivere per secondi fini, eppure è stato messo in dubbio anche questo.

          Io sto osservando questo fenomeno davvero con molto stupore, ma davvero i foodblogger sono così permalosi?

          E pensare che non ha fatto nomi, immagina se avesse espresso un suo disappunto su dei foodblog che non le piacciono, cosa molto legita nel mondo dei blog … Non oso immaginare cosa le sarebbe potuto succedere!

          🙂

          Grazie per il tuo pensiero.

          • Sì, hai colto proprio il punto…e hai trovato la parola giusta: corporativismo..Non so se sia tipico anche di altri paesi, ma sicuramente è tipicamente italiano unirsi al coro delle lamentele sentendosi spalleggiati dall’essere un gruppo..Sicuramente qualcuno di quelli qui sopra che hanno inveito non l’avrebbero certo fatto per primi. Ripeto, la frase è stata infelice, ma l’accanimento successivo è stato peggiore…Posso capire se l’autrice avesse avuto un atteggiamento di sfida e fosse stata arrogante nella risposta alle critiche, ma siccoem invece ha chiesto scusa e aha anche spiegato che non intendeva dire quello che invece si è inteso, perchè continuare a bersagliarla? E perdipiù, come dici anche tu, la lista dei 50 non l’ha mica fatta lei! Purtroppo la saggezza, la comprensione e la pacatezza non è da tutti…Anzi, molti sfogano le proprie frustazioni approfittando del fatto che non ci mettono la faccia (nel senso fisico e non figurato della parola)

    • Allora vediamo un pò.. Ah si,sono 35 anni che cucino e quasi 7 che ho un blog in un settimanale ci son finita,in un libro anche,eppure nn sento odore di spazzatura!
      Insomma ci dovrei finire solo perchè nn sono stata recensita in questo libro ?
      A me sinceramente va bene così !

      PS Dimenticavo,sono anche stata intervistata da Andrea Pamparana, per cosa ? Tanti e tanti anni fa diedi da mangiare ad un “piccolo” signore…Ecco lui (Pamparana) voleva CONOSCERE attraverso me un pezzetto di vita personale di questo “piccolo” signore.
      L’ho anche racconato nel mio blog…
      /contribuiscono a diffondere nella rete la cultura della nostra cucina, le tradizioni e la storia culinaria italiana e non solo./ Credo di averlo fatto molto prima, ancor prima che questo libro prendesse forma, anzi, che fosse adirittura pensato. Forse é per questo che nn sento ancora odore di spazzatura.
      Grazie e buona continuazione !

      • Ciao Lory,

        ottimo per te che sei riuscita ad essere presente su riviste o recensita da grandi cuochi, però, se avessi letto meglio tutto, compreso i commenti e le risposte, oltre che l’update finale dell’autrice dell’articolo che spiega la confusione generata da una sua infelice espressione, ti renderesti conto da sola che ciò che hai appena commentato non è in linea con il finale a lieto fine … e che forse qualcuno ha forzato la mano per specularci un po’ e far leva su un “Bug” che è capitato ad una scrittitrice foodblogger che voleva difendere voi tutti e non certo andarvi addosso come invece è stato fatto nei suoi confronti, parlando male di lei in altri luoghi senza che venisse coinvolta nella discussione 🙂

        Spero tornarai a trovarci.

        Grazie per la tua opinone

        • Una frase così grossolana, lesiva della dignità altrui, non aveva bisogno di scuse:andava semplicemente cancellata! Tutto il resto è solo aria fritta…

        • Daniele,sicuramente saprai scrivere meglio di me ,ma io ancora so leggere,cmq sia grazie lo stesso per la risposta . E una cosa importante,io nn sono stata recensita da nessun grande cuoco .
          E a questo punto mi sa che nn sono l’unica che dovrebbe rileggersi qualcosa!!!!
          Ripeto,grazie per la risposta!

          • Lory, perchè credi che sappia scrivere meglio di te?

            Avevo letto attentamente la tua risposta e la mia era un’iperbole che volva intendere:

            Ben per te se sei brava, nessuno ha voluto attaccare nessuno se non il fatto che sul web c’è molta disinformazione e che i contenuti vengono facilmente copiati, rubando foto e ricette, danneggiando blogger che hanno la passione come te e Chiara (che ha scritto l’articolo) , ho semplicemente fatto notare che la discussione sulla superficialità della frase “incriminata” fosse stata ampiamente discussa e la ragazza ha cercato di spiegare le sue motivazioni chiedendo scusa in maniera molto educata.

            Se poi qualcuno ha voluto speculare sull’accaduto, ti assicuro che ha semplicemente preso in giro tutti coloro che l’hanno seguita continuando ad offendere su Facebook la ragazza che ha scritto un post con molta trasparenza ed un pizzico di ingenuità.

            È stata messa in croce una ragazza che ha espresso, nel bene e nel male, un suo pensiero. Non è stata utilizzata la delicatezza nel farla partecipare ad un contraddittorio, come invece è stato permesso nei commenti al suo articolo.

            Il web dovrebbe “avvicinare” le persone che invece continuano a ragionare in maniera faziosa, con concorrenza spietata e soprattutto con logiche da sistemi feudali.

            Ho trovato davvero singolare che il post di una ragazza abbia potuto scatenere così tanto odio e soprattutto, senza leggere attentamente, sia stata considerata lei la colpevole di una selezione di foodblogger.

            Io sono aperto a discuterne ulteriormente ed approfondire le motivazioni di qualunque persona si sia sentita offesa, però partiamo da un’analisi più strutturata e già ampiamente discussa.

            Brevemente riporto ciò che è successo:

            Comunikafood è una piattaforma Open Blog (più blogger scrivono di cibo e web marketing)
            – Chiara (autrici del post incriminato) ha voluto parlare di un libro di foodblogger
            – Chiara ha scritto una frase troppo superficiale senza comprendere l’effetto misunderstanding
            – Più foodblogger si sono lamentati della sua frase
            Io (responsabile del progetto Comunikafood) ho chiesto chiarimenti a Chiara, ho chiesto scusa a chi si fosse snetito offeso e chiesto a Chiara di spiegare meglio la sua frase
            Chiara ha scritto le sue motivazioni e chiesto scusa pubblicamente, l’ha fatto anche in maniera privata con i rispettivi attori del processo
            – Ho successivamente pubblicato il Comunicato Stampa della casa editirce che nel frattempo mi ha contattato per dare notizia della loro estraneità –

            Ora, vogliamo parlare ancora della frase incriminata o vogliamo provare a costruire altri contenuti?

            Vogliamo capire insieme come migliorare il dialogo online o vogliamo continuare a “buttare” sentenze e dichiararsi semplicemente offesi in nome di una “lista” NON scelta ds Chiara?

            Comunikafood è aperto ad ospitare i foodblogger dedicando loro uno spazio per offrire visibilità alle loro ricette e discussioni in tema di cucina.

            Questo,per me, siginifica crescere e sviluppare sinergie positive.

            Spero che chi ha espresso disappunto abbia capito le motiviazioni e possa trovare le motiviazioni giuste per continuare a seguire questo progetto, magari diventando anche attore partecipante.

            Aspetto un tuo feedback.

    • A parte il commento “frettoloso”, a me pare che quella manciata scarsa di foodblogger migliori non compaia nel libro, le 2 migliori in assoluto non ci sono per cui già questo puó bastare per farsi un’idea. Bisognerebbe invece spiegare che la scelta è del tutto soggettiva e che ad altri, non interessava comparire in una classifica acquistabile in libreria.

      • non esistono blog belli, meno belli, brutti o tremendi. esistono solo passioni, cuore, dedizione, che centinaia di persone, quotidianamente, mettono per amore della cucina. saluti a tutti

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