E’ di pochi giorni fa la notizie che il Governo vorrebbe tassare le bibite gassate.
Il Ministro della Salute Renato Balduzzi ha confermato che la tassa verrà inserita nel prossimo Decreto Salute.
La strategia del Governo sarebbe quella di dissuadere con un aumento di circa 3 centesimi a bibita l’acquisto di bevande poco salutari.
Il problema è sentito in tutta Europa e anche in USA le cose si stanno lentamente cambiando. Nel giugno di questo anno la Walt Disney, proprietaria del canale Abc e di un pacchetto di canali via cavo, ha annunciato di voler eliminare gli spot di junk food (il cibo spazzatura) dalla loro programmazione.
Nell’articolo del Corriere della Sera che tratta di questa notizia si riportano alcuni dati sulla situazione italiana: secondo Gabriele Riccardi, presidente uscente della Società italiana di diabetologia (Sid), l’aumento di peso in ragazzi tra i 5 e i 15 anni è imputabile all’assunzione di bevande zuccherate e non direttamente a cibi poco salutari. La bevanda dolce abbassa l’appetito e al momento dei pasti ci si sente meno invogliati a mangiare cibi più nutrienti. Ipertensione e diabete sono solo alcune delle conseguenze più gravi di questo regime alimentare sulla salute.
Ricordo che nel documentario Super size me si parlava di come negli ultimi anni le catene di fast food americane avessero aumentato la porzione “small” di bibite e patatine, rendendole molto poco mini.
Questo come influenza il consumatore?
Naturalmente lo spinge a pensare che una porzione piccola di patatine sia effettivamente piccola, si sente rassicurato e l’acquista senza rendersi conto che sta assumendo una grande quantità di sostanze nutritive dannose alla sua salute.
Espongo la mia personalissima opinione su questi due casi.
Quale è la differenza tra l’operazione della Disney e quella del Ministero della Salute italiana? Che la Disney rinuncia a guadagnare soldi (d’accordo, ci guadagna in immagine!), il Ministero chiede altri soldi al contribuente… a carico dell’azienda si stima un prelievo di 7,16 euro ogni cento litri di bevande sul mercato. E’ vero, forse alcuni rinunceranno a bere la loro bibita preferita, ma siamo sicuri che sia perché pensa che il Ministero si preoccupa della loro salute?
Non ci sono ormai più molte cose non tassate in Italia! Una mia amica che gestisce un bar mi disse che l’introito maggiore derivava proprio dalle bottigliette di Coca Cola e simili e che da quando avevano messo i distributori automatici anche quel guadagno era fortemente calato.
Per ciò che riguarda lo Stato italiano, è stimato che l’aumento del prezzo porterà allo stato circa 250 milioni di euro l’anno.
Molti dei miei amici sentendo la notizia hanno esclamato: “Invece di aumentare il prezzo del junk food, perché non abbassano quello dei prodotti biologici?”
Brutta idea?
Conto i punti di domanda in questo intervento e mi rendo conto che vi lascio più interrogativi che certezze. Spero che mi scuserete e mi aiuterete aggiungendo anche le vostre opinioni ai miei “perché”.
Fonti
Link all’articolo del Corriere della Sera sulla Disney
Link all’articolo del Corriere della Sera sul Decreto
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