Saranno l’entusiasmo e la passione gli ingredienti capaci di imprimere una tale personalità ai vini di Podere Giocoli?
Si, e la conferma è data dopo aver incontrato Marco Cannoni, il winemaker della famiglia. Il Podere Giocoli è una piccola proprietà nel Valdarno aretino, più esattamente nella fascia pedemontana del Pratomagno, zona ottima per olio di oliva e per il fagiolo zolfino, siamo in piena zona di produzione Chianti dei Colli Aretini
Sto per assaggiare un tuo vino rosso: cosa dovrebbe dirmi di te?
L’emozione, la passione e la libertà. L’emozione nasce dal ricordo: il Vinsanto era i biglietto da visita di ogni famiglia. Si offriva il Vinsanto all’ospite per trasmettere la propria identità e voleva dire “Noi siamo fatti così”. Questo è ciò che voglio raccontino i miei vini.
Si fa prendere dal racconto
La passione è cercare nuovi sapori, spingersi oltre a ciò che già sperimentato. L’attesa del tempo giusto, il lasciarsi sorprendere dal risultato.
La libertà è la sensazione più intensa che mi regala lavorare in mezzo alle vigne.
Il vino è un alimento vivo e come non potremmo non influenzarci a vicenda considerato il lungo tempo che trascorriamo insieme? Seguo il vino dalla vite alla vendita diretta, disegno anche le etichette.
Sembra una visione un po’ romantica, fuori dalla quotidianità, isolato nella Natura..
In certi momenti è così.Intuisce e non disprezza l’innovazione, infatti dice
Certamente non rinnego i vantaggi della tecnologia. Continuare la tradizione non significa rimanere fermi ma cogliere quegli aspetti che possono trasformarsi in punti di forza.
Continua con la stessa passione argomentativa
Ad esempio, il legame con la terra è uno dei valori forti che il passato mi ha trasmesso. Mi piace condivere, raccontare, quindi il contatto diretto con il pubblico è per me fondamentale.
E ci fa scoprire una modo speciale per creare un legale con i suoi prodotti
Organizzo visite alle mie vigne: tutti sul pickup e andiamo in giro tra i filari, far toccare le foglie, insegnare a riconoscere i vari tipi di uva. Niente di romantico in tutto ciò, è un’azione diretta di comunicazione, creare un feedback immediato. Mi sono chiamato fuori dalla guerra al centesimo, preferisco spiegare, far capire come nasce il valore del mio vino.
Nel frattempo sorseggio il suo vino
Molte persone non sanno e quindi non possono saper scegliere. Per questo ho deciso di aprire una vendita diretta che sia anche bistrot.
L’intervista si conclude così, continuo a chiacchierare ancora un po’ prima che cali la sera e capisco che questo mondo fatto di racconti e profumi mi piace.
Alla prossima intervista.
Non perdetevi il seguito del mio cammino alla scoperta dei produttori di nicchia 😉
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