Negli ultimi tempi presso il mio studio di commercialista oltre alle richieste di consulenza in merito agli aspetti burocratici, fiscali e gestionali connessi all’apertura di una nuova attività, sempre più spesso le richieste fanno riferimento all’apertura di attività di vendita on line di prodotti tipici e non.
Questo aspetto negli ultimi tempi sta diventando preponderante anche a seguito delle notevole diffusione dei social network e della crescente attenzione verso la rete internet.
Premetto che abito a Ribera in provincia di Agrigento meglio conosciuta come la “ città delle arance “ e la diffusione delle vendite online dei prodotti tipici quali arance, olio e marmellate sta assumendo un aspetto preponderante.
Dal punto di vista amministrativo l’apertura di un punto vendita on line prevede la comunicazione al Comune di appartenenza di una DIA (dichiarazione di inizio attività) da presentare contestualmente all’inizio della stessa.
Occorre distinguere se l’attività da esercitare è di tipo commerciale o fa riferimento alla vendita dei propri prodotti, infatti nel primo caso occorre già essere in possesso di una autorizzazione commerciale alla quale affiancare la vendita on line.
Nel secondo caso, ossia quello del produttore, occorre solamente produrre una comunicazione di variazione al Registro delle Imprese della provincia di appartenenza, indicando che si rivendono i propri prodotti anche con vendite via internet ed indicando il sito web attraverso il quale si opera.
Dal punto di vista fiscale le cose non cambiano molto, in quanto ogni operazione di vendita deve essere accompagnata dall’emissione di una fattura, o di una ricevuta fiscale a seconda del fatto che il cliente sia un titolare di Partita IVA nel primo caso o un consumatore finale nel secondo.
Al fine di aiutare i miei clienti ho proposto loro la valutazione di alcuni punti minimi, a mio avviso, indispensabili per comprendere se la loro attività sia più o meno compatibile con l’attività di vendita on line.
I punti sono i seguenti:
• Valutare esattamente il mercato di riferimento, se quello locale, provinciale o regionale;
• Verificare se i prodotti che vogliono commercializzare hanno già una certa visibilità sul web;
• Stabilire una riorganizzazione della propria attività al fine di orientarla alla vendita on line, e determinare i costi da sopportare per la riorganizzazione.
• Pianificare un importo minimo da investire per realizzare il sito;
• Farsi coadiuvare dai propri familiari in special modo quelli più giovani che hanno maggiore familiarità con gli strumenti digitali;
• Curare la fase amministrativa e fiscale nella migliore maniera possibile in quanto la trasparenza sul web rappresenta un enorme biglietto da visita;
• Rappresentare al meglio le proprie idee al soggetto che li dovrà collaborare nella realizzazione del sito.
In alternativa si può valutare l’adesione a dei siti di marketplace, utilizzandoli quali vetrine dei propri prodotti.
Immagine dal sito www.dariotana.it
Valerio Dipaola
12 anni fa | 12-3-2013
quindi in sostanza, per un sito di trading, cioè vendità di prodotti terzi, comunicazione alla Dia + essere in possesso di una autorizzazione commerciale alla quale affiancare la vendita on line.. Dove si puo ottenere questa autorizzazione commerciale?