Olio evo: Vuoi davvero vendere olio online?
Se ti sei convinto che vendere olio online possa essere un ottimo affare su cui investire online, allora mettiti in fila, perché prima di te ci hanno già pensato in molti. Quello a cui non hanno pensato, però, è come costruire il posizionamento commerciale online. Leggi differenza tra posizionamento commerciale e posizionamento online.
Marketplace olio evo: Sbagliano tutti approccio
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Miglior olio extravergine italiano
Il principio su cui deve basarsi un marketplace è quello di offrire un’ampia selezioni di prodotti offerti da differenti produttori. E questo lo fanno già bene tutti i marketplace esistenti. Hanno costruito piattaforme adatte per la vendita. Una volta entrati si ha la possibilità di navigare le differenti etichette di olio evo italiano.
È necessario però intercettare le ricerche delle persone, se si vuole iniziare a costruire un posizionamento commerciale. Perché sì, anche l’esposizione costante del proprio sito web alle differenti ricerche che le persone fanno online aiuta al posizionamento commerciale. Il motivo di questa mia affermazione è dovuto alla conoscenza del comportamento tra motori di ricerca (Gooogle in primis, ma non solo Google). Più sei bravo a farti trovare, più vieni premiato ottenendo autorevolezza rispetto ad un focus di ricerche.
Partiamo da un assunto di base: Se il tuo portale web (o marketplace) non è direttamente conosciuto grazie ad altre fonti di esposizione che lo fanno cercare per “nome”(Fiere, pubblicità in tv, radio, stampa), l’unico modo per essere trovato è attraverso i motori di ricerca. Sì, certo, anche attraverso un’attività di comunicazione via social media, ma in questo secondo caso sarebbe una scoperta non desiderata, chi ti trova grazie ad un’ottima comunicazione via social media non necessariamente stava cercando quello che tu gli stai mostrando, per cui il grado di interesse e di attenzione è minore rispetto a chi sta cercando “olio evo online” sui motori di ricerca. Semplicemente perché chi fa una ricerca si aspetta una “risposta”.
Ed è proprio in questo passaggio che si gioca la partita. Chi costruisce progetti commerciali attraverso il web, in questo per vendere olio evo online, deve saper dare delle risposte e non fornire informazioni commerciali.
Il web è prima di ogni cosa una risorsa che offre differenti fonti di informazione. Sapersi distinguere rispetto alle altre fonti di informazione, significa essere non solo presenti online, ma esserlo offrendo più risposte di altri.
Per dare delle risposte serve conoscere sia le domande, sia saper come vengono poste le domande. Come le persone interrogano i motori di ricerca in cerca di risposte.
Chi cerca olio evo online?
Detto tra i denti, le famose queries di ricerca che ci permettono di conoscere i volumi delle frequenze con cui le persone interrogano i motori di ricerca devono essere sapute interpretare. Ci sono dei termini di ricerca che, pur avendo elevati volumi di frequenza, potrebbero essere viziati rispetto al fenomeno di ricerca.
Ad esempio: Chi può essere interessato a cercare “olio” (questa query usata per interrogare i motori di ricerca è usata circa 50.000 volte al mese). Che risposta potrebbe desiderare una persona che fa questa ricerca? Quante sono le intenzioni di ricerca differenti che ruotano intorno a questa singola “interrogazione”?
Ecco, saper interpretare queste possibili intenzioni fa la differenza. Fino ad allora, la migliore risposta la offre chi ha maggiori connessioni, in questo caso Eataly, Olio Carli. In termini di posizionamento commerciale, sono questi 2 siti web che si sono guadagnati la migliore esposizione piazzandosi tra i primi risultati, dopo Wikipedia, la local search e le Google News.
Sicuramente, questa migliore visibilità è correlata anche alla “notorietà” dei 2 proponenti, per cui, in mancanza di altre strutture web più efficienti loro sono quelli più referenziati.
Quanto costa avere maggiore esposizione sui motori di ricerca?
Se la domanda è: Sì può calcolare in anticipo quanto costa posizionarsi online meglio di altri?
La risposta è: Sì, certo, si può fare una proiezione realistica dell’investimento necessario e del possibile ritorno in termini di:
- Traffico che si può ottenere
- Numero di Lead (contatti commerciali) che si possono ottenere
Se vuoi sapere come poter calcolare questo investimento ti suggerisco di seguire questo modello:
- Analisi della concorrenza
- Fare un’analisi del numero di concorrenti presenti online per le chiavi di ricerca più rilevanti
- Fare un’analisi degli stessi concorrenti per “nome brand” e quantificare la loro notorietà online, sia come mentions, sia come numero di follower sui social media, sia come link ricevuti da altri siti web
- Analisi delle ricerche che le persone fanno online sia su Google, Bing, Yahoo, ma anche su Amazon, Ebay, Facebook. Fai una lista delle “migliori ricerche” in linea con il tuo focus commerciale
Il costo dell’investimento per conquistare la leadership commerciale di un determinato Paese attraverso il web, lo puoi calcolare come segue:
Costruisci un portale con un nome dominio semplice da ricordare (Leggi come scegliere un dominio vincente).
Strutturalo con un’architettura di navigazione che dia “valore” semantico a quelli che sono i “temi” di ricerca che contengono tutte le correlate di significato.
Calcola il costo operativo come segue
Per ogni singola ricerca in focus, considera almeno 5 approfondimenti correlati ogni 10.000 risultati di ricerca. (Il numero di risultati di ricerca li trovi subito sotto il campo di ricerca, vedi immagine sotto)

Calcolare il costo per acquisire più ranking
Calcola il costo per ottenere un link pari al costo di 30 ore di lavoro. Il numero di link necessario per conferire una buona referenza al tuo portale è direttamente proporzionale al numero dei link che i tuoi concorrenti hanno ottenuto nel tempo. A seguito da un’attenta analisi del numero dei link ottenuti dai tuoi concorrenti in serp, si decide quali siano le migliori fonti su cui lavorare, ma soprattutto avremmo una stima del costo potenziale per ottenere un buon ranking online.

Quanto costa ottenere follower attivi?
Considera il costo per acquisire 1 follower attivo sui social media pari al costo di 30 minuti di lavoro (mediamente). Per cui, se punti ad avere 10.000 follower attivi (senza sistemi bot automatici), considera che il costo medio di 1 ora di lavoro come social media manager è di 10€ (lorde), per cui serviranno almeno 50.000€ (commisurate in ore di lavoro). Tieni presente che 10.000 follower attivi sono quelli che generano costantemente link e acquisti e corrispondono, mediamente, al 20% del totale dei follower acquisiti. Mentre se vuoi acquisire 10.000 follower (persone che si connettono al profilo social aziendale in maniera spontanea, ma non necessariamente attiva) in breve tempo, il costo di acquisizione è pari al valore medio di acquisizione tramite annunci sponsorizzati, variabile tra 5 cent fino a 30 cent per singolo follower + il costo del lavoro di 1 risorsa (stagista o dipendente o freelance). (Vedi simulazione fatta nell’immagine di seguito)

Potrebbe essere logico, quindi, distribuire il budget tra costo del lavoro e attività di sponsorizzazione.
Considera che tutto quanto scritto sopra si riferisce solo ed esclusivamente ad azioni online, ma ciò non esclude che si possa integrare ed ottimizzare una presenza ed esposizione anche fisica del portale. Questo aumenterebbe certo anche i numeri di acquisizione, traffico sul sito web, lead, autorevolezza, ma anche costi di gestione.
Al netto dei costi, sicuramente un piano di marketing mix è l’ideale, ma i metodi per applicarlo potrebbero seguire tempi e processi differenti a seconda del capitale d’investimento, dell’obiettivo commerciale e dal grado di pressione della concorrenza online.
Quante vendite di olio evo puoi generare dal web?
Questa è la domanda che tutti si pongono realmente. Di fatto, a nessuno frega niente di tutto il processo discusso sopra, né interesserebbe conoscerlo, perché chi vuole vendere olio online ha solo ed esclusivamente una pensiero:
Sì, sì, ma poi si vende ‘sto olio o non si vende? Se investo, chi me lo assicura che poi riesco veramente a vendere?
Te la sei fatta questa domanda, vero?
Per la serie: A parlare sono tutti bravi, ma nei fatti si perdono tutti!
Mi permetto però di osservare che se ti poni questa domanda è perché non hai letto bene ciò che ho scritto sopra, e dentro tutto il sito web Comunikafood. Se ti poni ancora il dubbio se si possa vendere realmente online, stai escludendo che la sommatoria di tutte le ricerche online correlate a “vendita olio online” è pari a circa 300.000 al mese. E che se anche lo 0,3% di queste ricerche fosse fatto da chi sta cercando di comprare olio attraverso il web, possiamo dedurre per logica che ci siano almeno 1.000 possibili acquirenti al mese che stanno cercando fornitori online.
Se sapessi in anticipo che ci sono 1.000 persone al mese che stanno cercando fornitori dove comprare olio, ti sarebbe più chiara la risposta alla tua domanda, se si vende o meno online?
Il problema non è se si vende o meno online, ma come hai deciso di posizionarti online, come sei strutturato per vendere e per acquisire fiducia dai tuoi primi clienti e come trasformare questi in acquirenti costanti. Come permettere loro di farti acquisire nuovi clienti. È questo il vero modo per avere successo online. Sfruttare il web, ottimizzando sia i processi di vendita che di acquisizione della fiducia.
Chi vende realmente olio online?
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In Italia, “Olio Carli” viene cercato circa 23.000 volte al mese. Si tratta di un’azienda che negli anni ha investito molto, che oggi riceve richieste in inbound dal web. Se anche solo un decimo delle persone che cerca l’azienda online fossero degli acquirenti, potremmo tranquillamente dire che l’azienda acquisisce almeno 2.300 clienti al mese.
Se la spesa media fosse di 50€ per acquisto, potremmo tranquillamente dire che, oggi, fanno un fatturato di 115.000€ al mese.
Per ottenere questo risultato, chiaramente, l’azienda ha investito molto, e non solo online, ma va da sé che se vuoi ottenere questi risultati, loro sono la dimostrazione che sia possibile farlo.
“Olio Barbera” è cercato 1.300 volte al mese, “Olio Roi” 480 volte al mese, “Olio Centonze” 260 volte al mese, “Olio Tamía” 70 volte al mese.
Loro, ad esempio, sono aziende più piccole di Olio Carli, sono meno commerciali, ma come vedi stanno cominciando a costruire la loro notorietà online ed iniziano anche loro a ricevere richieste in inbound, essendo cercati specificatamente per nome dell’azienda.
Tra queste ricerche, consideriamo che la metà siano fatte da giornalisti, dipendenti, o curiosi, possiamo dire che almeno la metà sono di potenziali acquirenti. Per cui, va da sé che mi piace rispondere alla tua domanda con i numeri e non con le chiacchiere: Ma se investo online lo riesco a vendere l’olio?
Non chiederlo a me, chiedilo a loro.
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