Ogni appassionato della divina bevanda ha pensato, almeno una volta: “Da grande voglio fare il sommelier”.
Certo la curiosità di svelare alchimie e segreti è tanta, per fortuna parlare di vino è un argomento che incontra un crescente numero di dialogatori.
Gli ultimi anni hanno visto il fiorire di corsi di degustazione e avvicinamento al vino, che hanno diffuso una miglore conoscenza del prodotto enologico.
In quest’opera di divulgazione l’Associazione Italiana Sommelier sta svolgendo un’azione propulsiva importante.
In occasione di “Le Eccellenze Aretine” organizzata dall’Associazione Strada del Vino Terre di Arezzo in collaborazione con la delegazione aretina dell‘Associazione Sommeliers, nel scoprire le piacevoli realtà aretine abbiamo scambiato riflessioni e opionioni con il Presidente dell’A.I.S.di Arezzo, Massimo Rossi, che da grande fa il sommelier
Si parla di vino, ma il vino che cos’è?
Il vino è una bevanda alcolica fermentata, ottenuta esclusivamente dalla fermentazione (totale o parziale) del frutto della vite, l’uva (sia essa pigiata o meno), o del mosto. Questa la sua definizione tecnica, ma il vino è molto di più: espressione di un “terroir”, significa la conoscenza di una realtà con le sue tipicità territoriali; è espressione culturale attraverso particolari tecniche di vinificazione tra tradizione e innovative. Ma è sempre più, con un utilizzo consapevole e moderato, un grande mezzo di aggregazione che tocca la nostra emozionalità donando momenti di piacevolezza soprattutto attraverso il suo utilizzo in abbinamento al cibo.
Il Sommelier è una figura affasciante e un po’ misteriosa. Ci può spiegare cosa significa essere sommelier?
Quale ruolo svolge il Sommelier nel mondo enologico?
Oggi essere Sommelier significa coprire una figura che si occupa di eno-gastronomia a 360°. Se fino a qualche anno fa era solo considerato colui che conosceva le tecniche di servizio del vino e le applicava alla perfezione oggi è chiamato a svolgere compiti diversi, così come possono essere diversi gli ambienti di lavoro. Si pensi alla nascita dei numerosi wine-bar, enoteche, spazi dedicati al vino nella grande distribuzione e deve spesso anche stabilire un piano finanziario ed organizzativo per la cantina. Non per ultimo deve essere una figura di riferimento per la comunicazione del vino nel mondo a vari livelli, inoltre il Sommelier sempre più inizia a fare opinione. Affinchè possa svolgere ogni suo compito nel migliore dei modi, è fondamentale che la sua figura risponda a precisi requisiti umani e professionali, culturali e tecnici che passano attraverso l’educazione e gentilezza, misura, eleganza, cultura, disponibilità.
“Le Eccellenze Aretine”, l’evento permette di conoscere le ottime realtà di vitivinicole della provincia di Arezzo.
Con quali criteri sono state scelte le eccellenze?
Qual’è la finalità della manifestazione?
E’ un’importante giornata di comunicazione del territorio della provincia di Arezzo e delle sue eccellenza, anche grazie alla presenza dei responsabili delle aziende vitinicole selezionate che hanno presentato quelle etichette che hanno ottenuto i migliori riconoscimenti 4 e 5 grappoli dalla guida ufficiale AIS Duemilavini 2012.
La finalità di queste manifestazioni è quella di mettere in risalto, attraverso il supporto e la professionalità comunicativa dei Sommelier, il grande sforzo che i viticoltori seri e appassionati svolgono nel portare avanti i loro prodotti che stanno ottenendo i alcuni casi riconoscimenti importanti sia in ambito nazionale che internazionale.
L’immagine del vino toscano è legata a quella del Brunello o del Chianti Classico, questi parenti illustri, secondo Lei, posso essere un traino o rischiano di offuscare la vasta realtà delle altre zone della Toscana?
Sono due realtà, con alla base l’espressione del nostro grande vitigno Sangiovese ma che proprio per le differenze territoriali e i particolari cloni utilizzati sono prodotti molto diversi tra loro, entrambi di grande valore e ambasciatori nel mondo del vino italiano. Sono sicuramente un importante traino e una bandiera di richiamo che porta gli enoturisti ad arrivare in Toscana per poi scoprire un mondo infinito di proposte di vino con tipicità molto diverse ma di grande qualità ed estremamente interessanti.
Il mondo del vino è in movimento, è un tradizione che si rinnova.
Il gusto del vino come sta cambiando?
Sempre più si cerca di dare importanza proprio alle differenziazioni che troviamo nelle espressioni dei vini. Dopo un periodo in cui il gusto sembrava si stesse standardizzando perdendo quel fascino legato alla tipicità, oggi il trend tende sempre più verso questa ricerca della massima espressione di un territorio ed in questo la Toscana ha una ricchezza di proposte che può ritenersi tra le aree più importanti del mondo
Come AIS organizzate corsi di avvicinamento al vino, oltre a quelli per divenire sommelier, quindi avete un ruolo diretto nella formazione di appassionati competenti. Secondo Lei, che rapporto corre tra i giovani e il vino?
Il vino è un grande protagonista con valore di aggregazione del nostro tempo soprattutto per i giovani, che dobbiamo educare anche attraverso la figura del Sommelier ad un utilizzo del prodotto che sia legato alla qualità e al valore culturale che si ritrovano in un bicchiere di vino a discapito di una quantità dannosa.
Lascia un commento