Vuoi sapere quali sono i prodotti alimentari che si possono vendere meglio online?
Bene, cominciamo da una riflessione nel merito di vendite alimentari e volumi di vendita dei prodotti alimentari.
Per conoscere i trend di mercato alimentare serve distinguere quelli che sono i dati della grande distribuzione che fa elevati volumi di vendita di prodotti alimentari, i dati di mercato delle vendite dei singoli produttori, magari tramite un proprio sito web e i dati di mercato dei volumi di vendita alimentare tramite portali di vendita alimentari dedicati, come ad esempio quelli che vendono vino, quelli che vendono prodotti prodotti gastronomici di nicchia e/o prodotti regionali.
Mettere insieme tutti questi dati produce una distorsione della realtà, per cui poi ci troviamo a leggere che la pasta italiana fa un + x% di export all’estero.
Leggi alcuni dati in merito:
- Dati Istat Vendite
- Dati Istat Vendite 2
- Federalimentare statistiche e banche dati
Ok, facciamo un esempio. I dati mostrano una crescita di export di pasta.
Ma quale tipo di pasta? Quanto deve essere grande un’azienda per riuscire a vendere all’estero? Quale packaging preferiscono all’estero? Quale distribuzione è più efficiente Etc …
Tutti dati che andrebbero approfonditi, prima che un’azienda che produce pasta si convinca che all’estero ci sia il regno delle opportunità di vendita. Perché spesso non è proprio così.
Pasta Filotea – Esempio prodotti alimentari onlineQUALI PRODOTTI ALIMENTARI VENDERE ALL’ESTERO ANCHE ATTRAVERSO IL WEB
I dati primari delle vendite di un determinato prodotto non sono di facile accesso, se non tramite apposite ricerche. Spesso a fare da opinion maker sugli acquisti sono giornalisti, grandi gruppi di distribuzione alimentare, buyers coraggiosi, ristoratori in vista etc …
È possibile, però, analizzare dal tipo di ricerche che le persone fanno online, il trend di un interesse sull’argomento in funzione di:
- Volume delle ricerche fatte correlate al prodotto o categoria merceologica
- Composizione delle ricerche
Esempio pratico di analisi (molto generica) sui dati di mercato per analizzare quali sono i prodotti che hanno maggiore probabilità di vendita all’estero
Da questa prima proiezione si possono fare delle riflessioni, come ad esempio è evidente la progressione di interesse per il prodotto olio extravergine d’oliva nella categoria “acquisti”, confermato da circa 5.000.000 di ricerche online correlate alla ricerca Oil Olive in tutto il mondo. Il volume di ricerche è un indicatore, non significa che 5.000.000 sono le possibilità di vendita, ma sono le ricerche che le persone hanno fatto nel mondo in relazione alla parola “oil olive”.
Altro dato interessante è che il termine “pasta” è quello con maggiore incremento di volume di ricerche e di interesse. La concentrazione di questo interesse sembra provenire dal Giappone.
Inoltre, dall’analisi delle ricerche il termine “pasta” è quello più correlato all’ italianità e viene spesso associato anche al termine “pizza”. Ci sono circa 40.000.000 di ricerche annue correlate al termine “pasta” in tutto il mondo, e sicuramente le “ricette di pasta” sono tra quelle più ambite e pertinenti al tema.
Ciò che ho notato dalle mie analisi è che a differenza del vino, dove le ricerche online in tutto il mondo avvengono per nome del prodotto, della cantina o dell’etichetta, per quasi tutti gli altri prodotti alimentari italiani c’è una scarsa conoscenza delle aziende.
Questo è certamente dovuto alla tipologia di conoscenza del vino che è più profonda e diffusa, oltre essere un prodotto più apprezzato nelle differenti culture culinarie, ma resta di fatto che le aziende di prodotti alimentari italiani non riescono a costruire valore sulla loro azienda tale da facilitare la ricerca.
Di fatto, il web in questo potrebbe essere d’aiuto. DI seguito ho provato ad immaginare un sistema per farlo.
Pasta Lenato – Esempio di azienda alimentare che vende pasta anche onlineMarketing alimentare: Quali strategie adottare con il web per vendere più prodotti alimentari?
Per vendere pasta all’estero, ad esempio, è molto più funzionale ed efficiente avere degli agenti di vendita locali, partecipare a meeting commerciali sul luogo dove si intende vendere, costruire una strategia anche online basata sulla costruzione di valore dell’impresa.
Una piccola impresa alimentare può vendere all’estero, ma ha prima l’esigenza di costruire delle relazioni commerciali, solo con il web non potrà farcela.
Soprattutto, la vendita del prodotto a privati con SOLO il proprio sito web è poco produttiva, se non addirittura nulla.
Una strategia di marketing valida potrebbe essere quella di “piazzare” il proprio prodotto nei marketplace internazionalizzati al fine di generare primi acquirenti in determinati Paesi facendo delle offerte promozionali molto aggressive sul prezzo.
Una volta acquisito il contatto, utilizzare il pacco e la confezione inviata come messaggero di valori e strumento di condivisione con altre persone.
In termini di conoscenza del prodotto e quindi del brand dell’azienda attraverso il web è utile conoscere COSA le persone cercano online in riferimento alla “pasta”.
A titolo di esempio può tornarti utile sapere che i trends di ricerca online sul tema “italian pasta” sono questi:
E che i luoghi da dove provengono queste ricerche sono questi:
Insomma, quello che serve capire prima di ogni altra cosa è che attraverso il web si può fare un’analisi di marketing per studiare le migliori strategie commerciali da adottare.
Avendo quei dati, la cosa che consiglierei certamente è di posizionare il sito web dell’azienda di pasta per quei territori in relazione alle ricette di pasta.
Questo significa studiare la concorrenza sulla tematica delle ricette di pasta e stimare i costi per far trovare su Google prima di altri contenuti le proprie ricette di pasta.
Ma quante aziende sono disposte ad investire in analisi e operatività in tal senso?
Immaginiamo che il costo dell’operazione sia di circa 300.000€ in 18 mesi di attività, e che questa somma permetta all’azienda di ottenere massima visibilità del Brand con un blog di ricette di pasta in multilingua.
Ipotizzando la creazione di circa 3.000 ricette in 3 lingue estere. (Sto facendo un’ipotesi che andrebbe verificata con un’analisi)
Scopo posizionarsi per le ricerche di ricette di pasta con maggiore volume di richieste.
Nello specifico si porrebbe l’obiettivo di ottenere almeno il 10% del volume totale di ricerche annue delle 40.000.000 stimati.
Quindi, 4.000.000 di persone all’anno che entrano sul blog per cercare ricette di pasta e che trovano all’interno una o più aziende di pasta italiana che fanno da contorno a tutto, con la possibilità di vendere direttamente dal blog o ottenere contatti commerciali.
(Piccola nota: Si fanno mille spedizioni commerciali all’estero con le varie organizzazioni governative e poi non esiste un modello di promozione efficiente a supporto delle aziende online, come ragionare su progetti similari a quello che sto descrivendo. Sarebbero progetti misurabili, con proiezioni veritiere e che permetterebbero davvero di fissare dei punti fermi in altri Paesi.)
Vi sembra fantascienza? Non lo è!
Giallozafferano è uno dei blog di ricette più seguiti in Italia con milioni di visite mensili. È stato costruito un business sulle ricette, tra l’altro scritte principalmente da altri. E questo sarebbe lo step successivo della strategia marketing accennata prima.
Permettere alle persone di guadagnare dalle affiliazioni, scrivendo ricette di pasta e/o mettendo in contatto le aziende con punti vendita o promuovendone la vendita sul proprio sito web.
È come aver conquistato un cartellone gigante in una strada di altri Paesi, trafficata da persone interessate alla pasta, e tu ci hai messo il tuo sponsor in vista. Questo produrrebbe valore aggiunto alle tue azioni commerciali sul posto o no?
Sicuramente il prodotto sarebbe conosciuto, senza contare che dal tuo sito web potresti proporre a rivenditori locali di rivendere il tuo prodotto, facendo quindi un’attività di marketing B2b attraverso il tuo blog di ricette sulla pasta.
Ok, certo, per una piccola azienda di pasta sarebbe assurdo dover investire 300.000€ in un’attività simile.
E se le aziende fossero più di una? Magari un gruppo di aziende con differenti qualità e tipologia di pasta?
Ti sembra sempre così assurdo come ragionamento?
Una cosa di tutta questa storia è certa, le ricerche esistono e ne abbiamo le prove, spetta alle aziende coraggiose comprendere il ragionamento e studiare (ovviamente prima serve studiare correttamente il progetto ed il piano operativo) la possibilità di “piazzare” il proprio prodotto “senza spostarsi” da casa.
Massimo
8 anni fa | 6-5-2016
Sono interessato ad una consulenza di marketing in line