SPESA ONLINE, STATISTICHE E STRATEGIA PER VENDERE CIBO ONLINE
Ti interessa il tema della spesa online?
Se segui le notizie su come il web stia favorendo lo sviluppo della vendita attraverso il web e quindi la vendita online di prodotti alimentari, ti starai anche chiedendo quale sia la vera tendenza di questo fenomeno.
Proverò a riassumerti delle statistiche della crescita delle vendite alimentari online e condividerò un mio pensiero critico sul fenomeno:
[su_quote]Cosa serve oggi per poter vendere alimentari online e perché è necessario costruire un percorso che NON sia chiuso, ma che favorisca un’adozione progressiva e soprattutto che permetta di fidelizzare le persone al TUO modello di vendita?[/su_quote]
STATISTICHE E NOTIZIE SULLA SPESA ONLINE, VENDITA GROCERY ONLINE, VINO ETC
L’e-commerce del food & grocery a livello globale vale 3 miliardi di euro, equivalente al 5% di tutto il mercato online. In Italia questa percentuale scende a circa il 2%, mentre il tasso di penetrazione del comparto in rete pari è allo 0,25%. Nella classifica dei mercati internazionali, del resto, il nostro Paese si colloca in coda per valore e penetrazione dell’online (4%) ma dopo Cina e India risulta anche al terzo posto per percentuali di crescita annua.
Questi alcuni dei dati discussi nel corso del convegno E-commerce – L’internazionalizzazione Digitale, organizzato a Cesena da Orogel e da Italia del Gusto, consorzio che comprende alcune tra le più importanti aziende del settore alimentare, per un volume d’affari pari ad oltre 20 miliardi di euro.
Tratto da: Il potenziale dell’online per il food & grocery italiano – Chiara Bertoletti – Mark – up – Link http://www.mark-up.it/il-potenziale-dellonline-per-il-food-grocery-italiano/
Quali sono i settori trainanti dell’e-commerce nel nostro Paese?
I settori che trainano l’E-commerce in Italia sono il turismo (+11%), l’informatica ed elettronica (+22%) e l’abbigliamento(+25%), ma anche l’editoria (+16%). Vanno bene anche i settori particolarmente legati al Made in Italy che, nonostante siano considerati emergenti per la vendita online, stanno registrando le crescite più alte: mentre l’Arredamento & Home living crescerà del 39% sfiorando i 570 milioni di euro.
Tratto da: Statistiche 2016: in Italia l’e-commerce vale oltre 19 miliardi di euro – Erashop – Link http://www.erashop.it/news/2016/05/25/statistiche-2016-in-italia-le-commerce-vale-oltre-19-miliardi-di-euro/
“L’Italia è il secondo produttore al mondo di vino con 44,4 milioni di ettolitri prodotti e un giro d’affari di 14,6 miliardi di euro, ma raggiunge un singolare primato negativo: tra i principali paesi produttori e consumatori di vino, si classifica ultima nella vendita online con una penetrazione dello 0,2%”.
A evidenziarlo sono i dati dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – Politecnico di Milano, il compartoFood&Wine, sta facendo registrare tassi di crescita del 30% anno su anno, citati dalla ricerca condotta da Tannico, azienda attiva nell’e-Commerce di vino con oltre 10.000 clienti e più di 30.000 bottiglie vendute ogni mese.
Tratto da: Italia eccellenza nel vino, ma maglia nera sulle vendite online – Cor. Com – Link: http://www.corrierecomunicazioni.it/tlc/33304_italia-eccellenza-nel-vino-ma-maglia-nera-sulle-vendite-online.htm
Report completo al link: Statistiche vendite online in Europa
- Report di Nielsen sul fenomeno Grocery Onlein
Nielsen Global E-Commerce and The New Retail Report APRIL 2015 (Digital)
COME INTERPRETARE TUTTE QUESTE INFORMAZIONI CORRETTAMENTE?
La realtà è che le persone acquistano prodotti alimentari online attraverso servizi online di supermercati che distribuiscono sul territorio, attraverso marketplace che vendono anche prodotti alimentari e attraverso siti web ben sponsorizzati nelle ricerche online di prodotti alimentari specifici cercati per nome prodotto o nome azienda o categoria di prodotto, tramite Adwords o posizionamento dei contenuti online.
Se dovessimo tirare le somme, i volumi di vendita dei prodotti alimentari online, sono tutt’altro che entusiasmanti, si tratta di valori davvero ridicoli e la “torta” da dividere è per gran parte occupata dai grandi operatori commerciali.
Di fatto, se hai un’azienda alimentare ed oggi vuoi vendere prodotti alimentari online devi investire in uno staff marketing online dentro la tua azienda. Non puoi pensare di sviluppare un progetto e-commerce senza seguirlo o affidando interamente la gestione all’esterno.
Se vuoi vendere prodotti alimentari acquistando e rivendendo prodotti, quindi da distributore, lavorerai con margini molto bassi e di conseguenza servirà capire cosa realmente vuoi ottenere da questo sistema e quante risorse hai per sostenerlo. Se non hai la forza commerciale di un mini market (almeno) avrai grosse difficoltà di vendita se non attraverso delle nicchie specializzate, dove comunque servirà costruire ed attendere dei risultati non prima di 2 anni di investimento.
LA SPESA ONLINE È UN MODELLO DI VENDITA CHE VA GESTITO MODULARMENTE
Mi sembra opportuno far presente che vendere alimentari online NON è solo una questione di prezzo o di qualità, ma di processo e di risposta ad un bisogno.
Pensa ai servizi di Home Delivery. Sono loro che stanno creando innovazione, pur se più “giovani” rispetto al sistema e-commerce come lo immaginiamo noi.
Di fatto, i sistemi di Home delivery hanno sfruttato la tecnologia e-commerce per rendere efficiente un servizio che esiste da quando esistono le botteghe, la consegna della spesa a domicilio. Solo che oggi è un sistema più veloce ed efficiente rispetto a prima.
Questo significa che a cambiare non deve essere la tipologia di offerta, ma il modello di erogazione del servizio.
In tempi non sospetti Amazon ha sperimentato il pulsante per ordinare la pizza. Vi sembra una cavolata?
A me no, pur se può sembrare una cosa inutile, di fatto anticipa un’esigenza sempre più frequente, ordinare qualcosa in funzione dei propri gusti già settati, senza dover ogni volta definire
LA SPESA ONLINE DI PRODOTTI ALIMENTARI DEVE RISPONDERE AD UNA NECESSITÀ
Vendere cibo online deve essere un modello di soddisfazione di una necessità che non è solo legata alla tipologia di prodotto da acquistare, ma alla selezione, alla scarsità di tempo, alla necessità di trovare prodotti “pronti da cucinare”, essere serviti a qualunque sempre.
Per qualche strana ragione si è diffusa la “moda” di vendere cibo di alta qualità online. Ma siamo sicuri che ci sia così tanto mercato da “scalare”?
A mio avviso c’è un’ottima opportunità per chi crea strutture di vendita “pronte all’uso” e che facilitino i contatti, ma la vendita ” a distanza” è un’altra cosa.
Trovo più vantaggioso mettere a sistema gli attori già operanti nel settore Ho.Re.Ca. che provare a “ricreare” botteghe alimentari digitali.
LA SPESA ONLINE NON PUÒ PRESCINDERE DAL SERVIZIO LOCALE
A tal proposito credo fortemente che la vendita di cibo online sarà dominata da un modello “a km zero”. Chi compra cibo attraverso applicazioni o modelli e-commerce vuole riceverlo nell’arco della giornata.
Ci sono dei rari casi in cui potrebbe funzionare la vendita a distanza post datata, ma per questo genere di progetti il valore aggiunto sta nella capacità di “trasferire” un’emozione ed il cibo diventa solo un “souvenir”.
I PUNTI VENDITA LOCALI DEVONO ESSERE PARTE DEL MODELLO
Da tempo cerco di prevedere quali siano le dinamiche più efficienti per mettere a sistema la filiera commerciale della vendita di prodotti alimentari sfruttando il web.
Ammetto che ho trovato grossi punti di forza nel mettere a sistema i punti vendita locali, gli agenti di vendita e le persone che acquistano.
Si tratta di costituire delle comunità di acquisto, dove il circuito viene alimentato da modelli di revenue che permettono a tutti di avere un vantaggio.
Il produttore che utilizza agenti di vendita che conoscono un territorio commerciale e possono proporre dei prodotti selezionati alla bottega, che a sua volta serve i suoi clienti. Questi a loro volta possono risalire in trasparenza al produttore per acquistare direttamente da lui.
Tutto il circuito sarebbe tracciato e permetterebbe di capire chi deve guadagnare ed in quale misura. Il processo di “saltare” parte della filiera permette al negoziante di fare meno magazzino, all’agente di vendita di occuparsi di altri prodotti da promuovere ed allo stesso tempo, essendo l’acquirente tracciato dalla piattaforma che lo identificherebbe nell’acquisto, farebbe riconoscere al produttore delle fee commerciali.
In più, l’acquirente potrebbe includere nel circuito nuovi acquirenti, guadagnando a sua volta in sconti da spendere.
I PRIVATI FARANNO LA SPESA ONLINE DAL SUPERMERCATO
Non c’è dubbio che i supermercato continueranno ad esistere, solo che attiveranno al loro interno dei sistemi di acquisto multi channel. Magari, entreranno meno volte al mese, e lo faranno solo per rinnovare un abbonamento al servizio di consegna a domicilio di una spesa già formattata seguendo degli schemi.
E se il supermercato ti suggerisse la spesa alimentare adatta per seguire una dieta alimentare? Non credi che sarebbe un servizio utile?
I VERI INTERESSATI ALLA SPESA ONLINE SONO I PICCOLI COMMERCIANTI E GRUPPI DI ACQUISTO
In tutto questo contesto d’acquisto, trovo davvero interessante i diversi movimenti che nel tempo si sono creati sia attraverso il web che sul territorio.
L’alimentazione sana è ciò che più di ogni altra cosa ogni persona vorrebbe riacquisire, motivo per cui è naturale che le persone con interessi e gusti simili in tema di nutrizione e salute abbiano provveduto ad organizzare gruppi di acquisto anche per il settore alimentare.
In questo processo, non capisco perché pochissimi punti vendita di prelibatezze gastronomiche non sia stati sensibili a fornire servizi di raccolta organizzata,facilitando così l’incontro e la vendita.
Su questo fenomeno concentrerei di più l’attenzione.
Pensi che tutto ciò che hai letto sia quanto meno interessante da approfondire?
Lascia un commento