In questo articolo provo, però, a fare una riflessione più articolata rispetto ai soliti claim politicizzati e/o corporativisti di chi (oggi) piange sul latte versato.
Ma fino ad oggi (voi del comparto olivicolo italiano) cosa avete fatto per “tutelare” i vostri interessi commerciali, oltre a seguire i soliti proclami di pseudo sindacati o politici poco attenti ed aggiornati sulle dinamiche commerciali attuali, prima che accadesse che l’Unione Europa desse via libera all’olio tunisino di entrare senza dazi?
Sì, lo dico, con molta franchezza: Quello che sta accadendo oggi, non dico fosse prevedibile, ma è certamente il risultato di una mancanza di efficienza nel saper “proteggere” i nostri interessi “geografici” e invidiati da tutto il mondo.
Siamo invidiati da tutto il mondo per i nostri ulivi millenari, per la qualità del nostro olio extravergine, ma mai che nessuno si sia reso conto che così frammentati siamo soggetti ad attacchi di ogni tipo che destabilizzano il nostro potere commerciale basato sulla QUALITÀ e lo scrivo in maiuscolo per definire il senso originale del termine che non è solo quello di “gusti” individuali di bontà e genuinità, ma di controllo e processi di realizzazione del prodotto.
, a differenza di altri luoghi di produzione, è soggetto a controlli manco fosse la Zecca di Stato.
E se sei un produttore di olio sai a cosa mi riferisco e sai bene che il tuo prodotto è buono non solo per il tuo giudizio di parte, ma per il fatto che è realizzato dal sudore del lavoro nei campi e dalla tua fede per la terra che ti ha invogliato ad investire in macchine, strutture e lavorazione.
Il tuo olio è il migliore al mondo perché nessuno come noi in Italia lo lavora con lo stesso spirito di sacrificio, e lo sai bene a cosa mi riferisco.
Ma allora diamine! Perché non prendere consapevolezza che
Per quanto grande possa essere come produttore di olio extravergine di qualità, quanto ne potrai mai produrre per rendere sostenibile la tua azienda e difenderti dall’olio tunisino senza dazi importato in Europa?
50.000, 100.000, 500.000 mila litri all’anno?
Con queste cifre, se vuoi affrontare il mercato con le tue singole forze, sei troppo debole.
A meno che tu non sia un ricco petroliere che ha la passione di produzione dell’olio extravergine, il costo di produzione, il costo del lavoro, il rischio annuale della produzione non è sostenibile a farti investire come si dovrebbe sul marchio e sulla conoscenza del tuo prodotto, tale al punto di poter decidere tu il prezzo reale e poter affrontare una crisi come quella dell’olio tunisino importato senza dazi in Europa.
Hai voglia a parlare di mercato di fascia alta, di selezione del target e della vendita a persone che capiscono, se ci riesci 1° anno non ci riesci il 2° senza dover abbassare il prezzo.
Fidati, so di cosa parlo. Se vuoi proteggere il prodotto italiano, l’unico sistema è fare cartello e sistema tra gli operatori. L’alternativa è svendere il prodotto a grossisti che lo “taglieranno” con altri oli per piazzarlo nelle grandi catene di supermercati a 2,99€ al Lt.
È una storia che conosciamo, o sbaglio?
Se si vuole iniziare a lavorare sul marketing del prodotto allora serve che più produttori definiscano un accordo di promozione nazionale e fissino un cartello di prezzi commisurato alla tipologia di prodotto, lavorazione e resa.
Inizia a sfruttare le potenzialità del web per quelle che realmente sono, e sicuramente le potenzialità NON sono quelle di fare un e-commerce, ma di costruire piattaforma di crowdsourcing per scambiare informazioni, materiali, acquisti di gruppo per forniture, scambio mezzi, compravendita di materiali di lavoro etc
Già ottimizzando il sistema di produzione si riesce ad ottenere un risparmio dei costi, spesso, troppo onerosi.
Aggregarsi per sfruttare le opportunitià di crowdfunding di investitori privati che vogliono il prodotto di qualità certificata e possono seguirne la produzione a distanza.
Aggregarsi significa avere maggiore potere commerciale all’estero, per la serie: Se non lo vuoi a questo prezzo che diciamo noi, non ne troverai altro, a meno che non ti accontenti di quello tunisino.
Aggregarsi significa poter investire sulla forza del brand Made in Italy. Perché l’olio che produciamo noi NON può essere prodotto altrove, a differenza del vino, o di altri prodotti alimentari contraffatti.
Anche volendo, come lo riproduci un uliveto di alberi centenari in un altro luogo?
Lo so che predicare senza porre una soluzione è insensato, allora ti pongo una possibilità per iniziare ad aggregarsi, senza costi, senza vincoli, senza diventare dipendenti dagli altri, ma iniziare semplicemente a fare sistema dal basso con un costo prossimo allo zero.
Insieme a dei colleghi ho creato Bizzwai – Ti registri, ti contattiamo e ti diciamo cosa stiamo facendo per costruire la rete di vendita.
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