Amazon Alimentari: Strategia per vendere con affiliazioni o meno

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Feb 18

Amazon Alimentari: Strategia per vendere con affiliazioni o meno

La premessa è che i prodotti alimentari che si vendono di più sono quelli che appartengono a 2 sfere di esigenze:

  • Prodotti consumabili quotidianamente
  • Prodotti che soddisfano i piaceri sensoriali o che offrono benefici salutari

Quali prodotti vendere su Amazon alimentari?

L’italian sound, anche su Amazon, sembra essere apprezzato nei vari Paesi in cui il marketplace di Amazon ospita prodotti alimentari italiani. Dalle analisi che abbiamo fatto sui vari portali, i prodotti più apprezzati, in termini di volumi di vendita, sono:

Queste le 3 categorie di prodotti in top list nei marcati Italia, Inghilterra, Germania.

Si tratta di categorie di prodotto molto ampie e su cui serve fare una piccola precisazione:

Vendere alimentari o prodotti come vino, liquori, bevande (in generale) su Amazon come piccolo “rivenditore”, come piccolo produttore non ti farà sostenere un’intera impresa. Diverso farlo da grossista (Leggi vendere alimentari da grossista su Amazon).

Affiliazioni Amazon Alimentari

Diverso è costruire un progetto commerciale sfruttando il sistema delle affiliazioni di Amazon, integrando il motore di ricerca semantico, dentro una struttura web che punta ad una precisa categoria di prodotto.

Rimanendo su quello scritto sopra, si potrebbe pensare di costruire una struttura editoriale dedicata al caffè che offra la possibilità di comprare da migliaia di venditori di caffè su Amazon (senza far uscire l’acquirente dal proprio sito web).

Questa è una modalità d’azione per vendere online che in pochi conoscono e praticano. I margini delle fee concesse da Amazon sui prodotti alimentari sono normalmente tra le più alte (In Italia, ad esempio, riconosce il 10% sul totale venduto).

Ipotizzando, però, di impostare un progetto editoriale per posizionarsi online su differenti mercati, per i prodotti più in trend sui singoli marketplace, allora si andrebbe a sfruttare una struttura di vendita già esistente e guadagnare in maniera trasversale, senza necessariamente aprire un’attività di rivendita alimentare, ma guadagnare dalle affiliazioni come impresa pubblicitaria.

Quanto costa costruire un programma di affiliazione e-commerce alimentare?

Il costo per realizzare una struttura come descritta sopra dipende dalla difficoltà di posizionamento per argomenti rispetto ai prodotti che sono in maggiore trend, su quali hai un margine migliore, sulla dimensione della tua rete locale di supporto. Se manca una rete local, per una questione demografica, serve necessariamente definire fin dall’inizio come costruire una community “social” di supporto, costruendola anche attraverso eventi dedicati ed il coinvolgimenti di re-seller affiliati alla tua rete.

Se può servire come ipotesi di calcolo, riuscire a scalare oggi i motori di ricerca sull’argomento caffè, significherebbe investire delle cifre fuori dalla norma e, detto in maniera molto onesta, per poter rientrare dall’investimento i volumi di vendita dovrebbero essere allo stesso tempo “al di fuori dalla norma”. Per cui, il mio suggerimento per chi volesse vendere caffè con il sistema dell’affiliazione è quello di non pensare di poter investire solo ed esclusivamente sui contenuti per posizionarsi bene sui motori di ricerca, ma costruire un vero e proprio circuito di informazione verticale sul tema, attraverso il marketing mix di local market, social, punti vendita affiliati e pubblicità omnia channel.

Ipotizzando di partire da zero, un business con questa struttura lo puoi avviare con circa 50.000€ iniziali.

Vendere caffè: Dovendo ipotizzare una strategia commerciale tramite affiliazione, io seguirei la seguente strategia

  • Costruire un naming semplice da pronunciare e cercare online
  • Stringere accordi con piccoli rivenditori locali affidando loro il gestionale di acquisto (con affiliazione)
  • Lavorare fisicamente local attivando community di affiliati attraverso eventi dedicati, fornendo assistenza all’acquisto anche di macchine per caffè (vendendo ovviamente anche quelle)
  • Puntare su prodotti complementari al caffè (Zucchero, bicchieri di carta biodegradabili, dolcificanti, aromi per caffè, anice, grappa, cioccolato etc.)
  • Lavorare sul posizionamento commerciale online costruendo una community social satirica sui baristi che vivono fuori dall’Italia (per coltivare e ottenere lead “esterni” alla propria rete local, ma con elevato ciclo di vendita)

Il processo che ti invito ad attivare, insomma, è quello di costruire un network intorno a te ed alla tua squadra, le persone devono fidarsi di te affidandoti il compito di fornire i prodotti migliori al miglior prezzo.

Tu, in compenso, non dovrai preoccuparti di fare magazzino, ma semplicemente organizzare la strategia di costruzione della rete di affiliazione. In sostanza, le prime persone che devi convincere a fidarsi di te, sono quelle che geograficamente sono più vicine a te. È attraverso una rete local che puoi pensare di far leva per arrivare più facilmente a raggiungere punti più lontani.

Il web, lo potrai sfruttare come struttura di rete, allargare la rete commerciale oltre il tuo territorio è certamente da considerare come possibilità, ma convieni con me che a parità di investimento nella promozione, avresti maggiore possibilità di vendita se le persone ti conoscono dal vivo anziché attraverso un’interfaccia web.

Il sistema delle affiliazioni, non preclude che con la crescita del business non possa iniziare a rivendere facendo magazzino di alcuni prodotti e potenziare quindi la rete commerciale come grossista.

Alternativa alle affiliazioni per vendere online con magazzino

Il modello delle affiliazioni per vendere prodotti alimentari in Italia, così come descritto sopra, è certamente un modello innovativo e perseguibile a seguito di una prima analisi di valutazione delle condizioni reali di partenza.

Sarebbe molto più utile, se si avesse la capacità di costruire contenuti in lingua straniera per prodotti alimentari e grocery con alto ciclo di consumo e quindi con maggiori possibilità di vendita nei rispettivi mercati.

Per il mercato estero, puntare il mercato solo con le affiliazioni nel settore alimentare, può rischiare di essere riduttivo, motivo per cui l’idea è quella di ripredere in considerazione uno dei punti discussi sopra ed ampliarli:

  • Lavorare sul posizionamento commerciale online costruendo una community social satirica per acquirenti B2b che vivono fuori dall’Italia (per coltivare e ottenere lead “esterni” alla propria rete local, ma con elevato ciclo di vendita)

L’investimento maggiore, per un progetto del genere, sarà da dedicare certamente alla costruzione di queste community profilate per categoria e Paese.

Come costruire community per interessi nel settore alimentare?

La community cresce e si sviluppa sicuramente con la capacità creativa di coinvolgimento, ma facendo un ragionamento commerciale serve definire e quantificare un budget da investire nella promozione degli strumenti di raccolta lead.

I social media diventano un terreno prolifico di raccolta per interessi e utilizzando la metodologia delle sponsorizzazioni lookalike di Facebook (Ad esempio) si può riuscire ad ottimizzare le performance di raccolta.

I gruppi Facebook NON possono essere sponsorizzati, ma un video tramite una pagina Facebook sì.

L’ideale sarebbe quello di avere già una lista di contatti profilati su cui fare la campagna per similitudini di interessi. Una lista di contatti la devi produrre con strategie di raccolta contatto, attraverso eventi, omaggi o semplicemente comprando liste contatti da aziende che li forniscono.

Come vendere attraverso i social media

La vendita non è mai la fine di un processo, ma l’inizio di un ciclo che deve essere alimentato nel tempo. I social media hanno questo compito e non quello di “produrre” vendite. La vendita attraverso l’uso di community coltivate tramite social media avviene se il seguito delle persone è ben profilato e soddisfatto di ciò che offri.

Per ciò che offri, non intendo necessariamente offerte per acquistare prodotti alimentari, o informazioni utili, l’offerta potrebbe essere qualcosa di immateriale come la capacità di coinvolgere le persone con empatia, ironia e offrendo banalmente uno spazio di relazioni.

Il tuo ruolo di venditore, in una prima fase di crescita della community, deve essere svolto attraverso incontri fisici della community, dedicando eventi ed esponendo il prodotto come contorno e sponsor dell’evento.

Le persone devono essere consapevoli che tutto ciò che li fa stare bene è supportato da un business commerciale, ma lo accetteranno tanto più tu sarai bravo a sostenere il ruolo di moderatore e li farai sentire bene nell’ambiente che hai artificialmente creato coinvolgendoli su un tema di loro interesse.

Ciò che ti sto descrivendo è un modello adottato anche da marchi oggi conosciuti che investono nella costruzione di eventi e community per sviluppare un’adozione di prodotto associando quindi il prodotto all’argomento, costruendo un processo di leadership di prodotto con il posizionamento commerciale coltivato online, ma formalizzato fisicamente.

La grande rivoluzione del web sta proprio nell’offrire a chiunque (se lo possa permettere per professionalità ed anche disponibilità o capacità nella raccolta finanziaria ) di avviare un business, pur non essendo una multinazionale o una holding del settore alimentare (nel caso specifico discusso).

Esempio concreto e reale quello di un appassionato di lievitazione che ha tirato su una community di appassionati e lui si è trasformato in un rivenditore di prodotti come farina e gadget da cucina. Leggi: Vendere farina online con una community.

Progetti scoperti per te e che ti suggerisco di seguire

Progetti da seguire che ho scoperto navigando online e che seguono il modello esposto sopra: Meno22percento

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    Consulente e-commerce e vendita online: Daniele Vinci

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